Archivi giornalieri: 22 Ottobre 2007

Nei meandri.

Ogni tanto mi vengono in mente quei film “made in U.S.A.” nei quali, all’improvviso, un omino perfettamente normale, magari con qualche trascurabile turba mentale derivata dall’essere reduce di una delle tante guerre degli ultimi tempi, sale sul tetto di un edificio e comincia a sparare a tutto ciò che si muove….beh ho capito perchè l’omino è così esasperato: sicuramente ha avuto a che fare con un’Asl.

Se non salgo anch’io armata sul tetto di un edificio è semplicemente perchè sono pigra, altrimenti sarebbero guai per tutti.

Il lunedì mattina, visto che entro in servizio solo nel pomeriggio, lo dedico all’amena occupazione di sbrigare le numerose pratiche burocratiche che ormai affliggono la mia vita, tra poco mi attaccherò al telefono per cercare di capire che fine ha fatto la pratica per il riconoscimento dello “provvidenze economiche” di mia madre: so già che dovrò sorbirmi segnali di occupato e musichette, ma non demordo, ormai si tratta di una questione di principio.

E’ ormai più di un anno che vago per uffici, raccattando le risposte più improbabili e le proposte più indecenti:

  • Perchè sua madre non ha firmato la domanda per il riconoscimento della cecità?
  • Perchè è cieca!
  • Ma lo deve firmare ugualmente.
  • Come fa se non vede nemmeno il foglio? Qui c’è scritto che può firmare un congiunto!
  • Ma solo se è impossibilitata a firmare!
  • Ma è impossibilitata a firmare, è cieca!.

E così via per ore, fino a quando ho trascinato mia madre davanti ad un’impiegata del comune (peraltro gentilissima) che ha certificato che non poteva firmare (evidentemente la diagnosi dell’oculista non era sufficiente).

E poi tre mesi per aspettare la visita della commissione, e altri quattro per aspettare la risposta, poi si è trattato di compilare un altro documento (logicamente mi hanno mandato il modulo sbagliato) e di inviarlo ad un ufficio dove, essendo sbagliato il modulo, si è arenato per tre mesi, alle mie domande di chiarimenti hanno spiegato che “ci vogliono tre mesi per trattare la pratica” (praticamente ci vogliono tre mesi per fare una semplice moltiplicazione) e così siamo ancora in attesa che succeda qualcosa e io passo i lunedì a telefonare ormai ovunque.

Capisco che, visti i numerosi abusi del passato, siano necessari dei controlli, riconosco di aver trovato, nella mia odissea, impiegati gentili e disponibili, ma mi chiedo: cosa sarebbe successo se mia madre non avesse potuto contare sull’aiuto dei suoi figli?

Possibile che non esista un modo per rendere l’iter di una pratica un po’ più snello?

Ripeto sono troppo pigra (…e troppo rispettosa della vita umana) per salire sul tetto di un edificio e mettermi a sparare, ma ogni tanto mi verrebbe proprio voglia di farlo.

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