Le tasse? …bellissime!

Durante la trasmissione condotta su Rai3 da Lucia Annunziata il ministro Padoa-Schioppa ha definito bellissime le tasse, sollevando, a non molti giorni dall’incidente dei “bamboccioni” un nuovo vespaio.

Tempi duri per il ministro, tuttavia se non posso condividere l’infelice epiteto rivolto a giovani i quali, purtroppo troppo spesso, non hanno i mezzi per sopravvivere lontano dalle gonne della mamma (…e magari lo farebbero volentieri), non sono in disaccordo per quanto riguarda il giudizio sulle tasse.

Intendiamoci, non amo vedere il mio stipendio decurtato in modo massiccio da tributi, balzelli e quant’altro, ma non riesco ad immaginare, per un paese civile, un modo alternativo per provvedere alla propria sopravvivenza.

Non apprezzo la quantità delle tasse, non apprezzo la complessità bizantina di certe dichiarazioni dei redditi, ma apprezzo ancor meno chi le tasse non le paga, chi è ignoto al fisco, chi, pur usufruendo dei servizi di questa nazione, si guarda bene dal contribuire a renderli efficienti e adeguati ad uno Stato civile.

Quando avremo fatto il nostro dovere di contribuenti avremo tutti i diritti di pretendere che, in cambio, ci vengano forniti servizi ad alto livello: una scuola che non faccia le nozze coi fichi secchi, una sanità d’eccellenza, città sicure, strade e ferrovie degne di un paese civile, assistenza per gli anziani, per i disabili, per le famiglie numerose e a basso reddito, tutela ambientale, teatri, biblioteche, musei eccetera eccetera.

Ma non possiamo pretendere che tutto questo piova come manna dal cielo, quindi esercitiamo un effettivo controllo su come vengono spesi i nostri soldi, su come viene amministrata la cosa pubblica, che in quanto pubblica è di tutti e di ciascuno, ma non sottraiamoci al dovere di contribuire al benessere comune a seconda delle nostre effettive possibilità ( in fondo mi risulta ancora in vigore l’articolo 53 della Costituzione che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva“).

bandiera

10 pensieri su “Le tasse? …bellissime!

  1. Ariss

    Io definirei le tasse un male necessario alla sopravvivenza di una società civile.
    Certo saremmo tutti meno incavolati se l’erogazione dei servizi rispondesse ai bisogni della collettività, almeno a quelli primari!

  2. ammiragliok

    io vorrei che qualcuno andasse a verificare come possono un gioielliere o un dentista dichiarare 21.000€ d’imponibile.
    sono queste persone che poi alzano la voce e si lamentano del fisco

  3. ASSU

    Riconosco che non mi hanno scandalizzata le ultime due affermazioni del ministro. Non tanto perché abituata, oramai, a espressioni poco felici, quanto perché ho deciso, da un pezzo, di non lasciarmi fuorviare dallo squallore dei battibecchi mediatici che fanno tanto fumo attorno all’apparenza da confondere le idee e impedire di discutere della pochezza dell’arrosto. Mi pare, addirittura, che sia diventata la nuova tendenza dei politici: creare scandalo attorno a una battuta e surfare sui fatti (Amato, docet: con la sua uscita sui siculo-pakistani ha surfato sul ben più importante problema dell’influenza delle religioni sul mancato riconoscimento del ruolo di persona alle donne).

    Sulla necessità delle tasse non vi è dubbio. Ciò che, tuttavia, va indagato è il “come si arriva alla loro quantificazione”. Sarà banale discussione da bar, ma il costo (diretto e indiretto) della politica (intendendosi “dei politici”) pesa notevolmente sul bilancio del Paese (il mio, il nostro). Il costo degli impiegati pubblici – di numero di gran lunga superiore al necessario – pure. Senza contare i milioni di euro che si spendono inutilmente in progetti che dovrebbero “migliorare la qualità della vita” dei cittadini, ma dei quali, troppo spesso, i cittadini non sanno nulla; le disonestà di procedura: perché, sovente, i bandi di gara sono già assegnati, perché se anche vinci regolarmente ti viene richiesto un “contributo” per questo o quel consulente che ti appioppano, eccetera, perché, se anche vinci regolarmente, ti viene chiesto di “comunicare le idee” dell’assessore di turno e poco importa del progetto. Tutto questo, e molto altro, pesa notevolmente sulla quantificazione del bilancio complessivo e al cittadino, in sostanza, viene richiesto di pagare il triplo di quanto pagherebbe in una gestione corretta e onesta dell’economia pubblica.

    Colgo l’occasione per ringraziarti per la partecipazione al bloggarello.

  4. Lollodj

    Certo che è proprio vero, se il dito indica la luna lo sciocco guarda il dito. Tutti se la sono presa per la parola bamboccioni e hanno riempito i palinsesti tv di idiozie, nessuno o quasi ha analizzato davvero la dichiarazione e le intenzioni del ministro. Ho 32 anni e vivo da solo grazie alla casa ereditata dal mio compianto nonno, sennò sarei ancora a casa da mammà. E non certo per colpa di TPS, ma di un paese strutturato a ogni livello sulla famiglia, non sul singolo.

  5. aghost

    come ho scritto sul mio blog:

    Far sloggiare i bamboccioni da casa, come ha detto Tommaso Padoa Schioppa, aiutandoli con incentivi statali, potrebbe essere un buon proponimento. Ma cosa direste di un ministro dell’Economia che intendere fare questo dando ai bambocci in questione la miseria di 163 euro l’anno? (per tre anni, poi si vedrà). Come minimo, che non sa far di conto. Il che, per un minstro dell’Economia, appare piuttosto grave.

    Il nostro Padoa ha poi detto che le tasse sono bellissime. Certo, sarebbero bellissime se tutti le pagassero, compresi i suoi amici banchieri e gli speculatori finanziari (che pagano il 12% , quando lo pagano avendo spesso società off shore, invece del 27% dei comuni mortali). Sopratutto le tasse sarebbero bellissime se i nostri non fossero i politici più pagati del mondo, se non andassero a vedere i Gran Premi con l’aereo di Stato, se il Quirinale non costasse 4 volte Backingham Palace eccetera eccetera (per i dettagli vedere “La Casta” di Stella e Rizzo).

    Ma questo, si sa, è facile qualunquismo antipolitico.

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