Fast food.

Raramente mi fermo a mangiare in un fast food (è proprio il concetto di fast che mi disturba), ma ieri sera, incastrata tra un problema di lenti e una riunione, avendo poco meno di un’ora per raggiungere il centro commerciale, portare gli occhiali ad aggiustare, mangiare, ritirare gli occhiali e fiondarmi alla suddetta riunione, ho deciso che, per una volta, potevo anche piegarmi alla logica del fast.

Espletate le formalità di rito (ritirato il vassoio con cibarie e bevande dall’aspetto abbastanza sintetico) ho cercato un tavolino dove poter consumare la cena indisturbata.

Il problema è proprio questo, a parte la musica tenuta ad un livello che sfiora l’insopportabilità,  a parte i rumori di fondo di un centro commerciale che si fondono in un unico sordo boato, mi sono ritrovata a pochi metri da un simpatico frugoletto, dall’età apparente di quattro anni, che correva urlando tra i tavoli rovesciando bicchieri, posando le manine grondanti maionese su ogni oggetto animato e inanimato e intercettando, nella propria folle corsa, tutti i malcapitati che si trovavano a passare di lì rischiando di mandarli a gambe levate.

Nell’angolo più remoto della saletta, seduti ad un tavolo, i genitori continuavano imperterriti a consumare il loro pasto come se il pargolo non li riguardasse, ogni tanto gettavano un’occhiata annoiata per intercettarlo, in questo sicuramente guidati dal clamore delle collisioni, e poi tornavano indisturbati (loro!) ad occuparsi del cibo.

Alla fine hanno raccolto sacchetti e borse, hanno recuperato il piccolo e se ne sono andati seguiti da un muto quanto vano coro di proteste.

In queste circostanze mi sento idealmente molto vicina ad Erode.

8 pensieri su “Fast food.

  1. chit

    Diciamo che io credo d’essere molto più estremista di te, nel senso che pur di non trovarmi in una situazione del genere sarei disposto anche ad arrivare… allo sciopero della fame. Sempre meglio che l’omicidio dei genitori (al frugoletto concedo le attenuanti generiche).

    Grazie della visita e concordo, l’educazione molti non sanno proprio più dove sia di casa :-S

    A rileggerci presto 😉

  2. Ariss

    Ogni tanto mi capita di andare a mangiare in un fast food. Mi rendo conto che il cibo non è il massimo della genuinità, eppure lo trovo appetitoso, ma pesantuccio da digerire.

  3. enrico

    in effetti non sono proprio posti tranquilli e forse è un bene che siano un fast, almeno si trangugia un panino con pseudo carne e insalata a dir poco sospetta , coca cola talmente annacquata che non ha neppure l’effetto digestivo, e via a bersi un caffè, da un altra parte in tranquillità.
    Erode l’ho spesso chiamato anche io, soprattutto in spiaggia. Ma ahimè, non ha accolto il mio invito

  4. s.

    A me il fast food ha dato salvezza all’estero, in certi paesi costosissimi, dove altrimenti era impossibile cavarsela con qualcosa di caldo e soprattutto sedersi. In Italia evito, se posso.
    sonia

  5. aruspice

    Quelle erano le persone giuste nel posto giusto.
    Comprendo il fastidio e condivido la stizza. Se, come te, mi capita di dover usufruire dei servizi fast (l’unico che tollero bene è l’orlo ai pantaloni) mi sento la persona giusta nel posto sbagliato.
    Parlo della terra!
    Due baci-slow sulle guance.

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