La ghiacciaia di Moncodeno.

Per chi, come me, ha passato una vita in Valsassina le montagne che la circondano non dovrebbero avere più segreti, eppure capita spesso di imbattersi in qualcosa di nuovo, infatti, qualche anno fa, ho sentito parlare di questa interessantissima grotta, descritta, pare, anche da Leonardo da Vinci e ho deciso che era il caso di visitarla.

Non conoscendo l’ubicazione dell’entrata e le eventuali difficoltà ho preferito affidarmi ad una guida esperta che ha provveduto a portare anche il materiale necessario per compiere l’escursione in sicurezza (imbrago, caschetto) e mi ha dato dei consigli sull’abbigliamento (praticamente invernale benchè fossimo in piena estate).

Siamo partiti dal passo del Cainallo, ai piedi della Cresta di Piancaformia che porta in vetta alla Grigna Settentrionale e abbiamo imboccato il sentiero per il rifugio Bogani, poco prima di giungere al rifugio, in prossimità delle baite di Moncodeno, si segue una traccia che conduce all’ingresso della ghiacciaia, dove una scaletta metallica consente di entrare nella grotta.

Dopo esserci vestiti di tutto punto, con maglioni, guanti e berretto, ed aver indossato imbrago e casco siamo scesi nella ghiacciaia, dove la temperatura era di parecchi gradi sotto lo zero.

All’interno, in una saletta dall’andamento circolare, si elevano stalagmiti di ghiaccio di grandi dimensioni che sembrano figure arcane e un po’ misteriose, soprattutto se illuminate dalle lampade dei caschi, è uno spettacolo quasi irreale e fiabesco, assolutamente imprevedibile dall’esterno.

E’ stata un’esperienza fantastica, anche se la guida ci ha fatto notare che l’accesso dovrebbe essere limitato per conservare il microclima ed evitare il riscaldamento della grotta con conseguente scioglimento delle formazioni di ghiaccio, per questo motivo ho evitato di tornare a visitare la ghiacciaia, penso che certi luoghi vadano salvaguardati dal turismo di massa che ne potrebbero distruggere l’integrità.

Comunque, poco più sopra, in mezzo al bosco c’è il rifugio Bogani che, se non altro, merita una visita per la splendida ospitalità e per la cucina di buon livello e rappresenta una meta apprezzabile per una escursione non estremamente impegnativa e un punto di partenza per l’ascensione alla vetta della Grigna attraverso la cresta o la via del nevaio.

Rifugio Bogani

2 pensieri su “La ghiacciaia di Moncodeno.

  1. Brigitte

    ciao ho letto il tuo blog sulle grotte in Valsassina…anche noi bazzichiamo in Valsassina da anni ma abbiamo scoperto solo oggi di queste grotte. Tu come hai trovato la guida? hai qualche suggerimento? aspetto tue e ti ringrazio

  2. sciura pina

    Io mi sono rivolta alla “Casa delle guide” di Introbio, ma credo che sia possibile organizzarsi anche contattando i gestori del Rifugio Bogani

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