Il gioco dei ruoli.

Mentre leggevo il post di Silvia, che si lamentava dell’invadenza della madre nella sua vita familiare, ripensavo alla mia e a tutte le volte che, con alcuni atteggiamenti da chioccia, mi ha fatto innervosire.

Ho più di cinquant’anni, ho una laurea (non conta però…ce la metto ugualmente), ho una famiglia, ho una professione che svolgo con passione eppure mia madre, fino a un anno fa, mi trattava come se fossi una bambina ancora bisognosa dei suoi insegnamenti.

Non so più quante volte mi ha detto “saluta!” o “ringrazia!” (anche quando lo avevo già fatto) esattamente come quando avevo tre anni e ogni tanto mi dimenticavo le buone maniere (talvolta volutamente: fin da piccola ho nutrito simpatie ed antipatie molto spiccate).

Logicamente ci restavo male, soprattutto perchè leggevo un’ombra di benevolo compatimento negli occhi dei miei interlocutori, ma mi ero rassegnata all’idea che una mamma è una mamma per sempre e tende a trattare la figlia (ormai in età quasi pensionabile) come se fosse una bimba, mi dicevo: “invecchierai anche tu e chissà quante volte romperai le scatole a tuo figlio ormai uomo”.
…e poi…

e poi è successo che una malattia rara del sistema immunitario, improvvisa quanto mal diagnosticata, ha reso la mia mamma completamente cieca letteralmente dalla sera alla mattina ed i ruoli si sono improvvisamente invertiti: ora IO la accudisco, la tengo per mano, mi prendo cura di lei, le do saggi consigli, la sgrido quando fa i “capricci”.

Ora sono io che passo le notti insonni, che mi preoccupo quando sento un fruscio nella sua stanza, che tendo l’orecchio ad ogni minimo rumore inusuale, che cerco di prevedere e prevenire le sue richieste…e lei si affida a me, con la fiducia di un bambino, cerca a tentoni il mio braccio e si aggrappa come a qualcosa che le dà sicurezza.

La vita è proprio strana.

9 pensieri su “Il gioco dei ruoli.

  1. elrond

    Io ho perso la mia mamma all’età di diciassette anni. La mia vita è cambiata radicalmente quel giorno di quindici anni fa.
    Anche lei si era ammalata, ma ho potuto accudirla veramente molto poco…
    Non so se la vita sia poi così strana. Forse è la nostra capacità di comprenderla che cresce molto lentamente…

  2. Raffaella

    A volte le piccole invadenze infastidiscono, qualche volta fanno soffrire, ma come dicevi tu sono spesso un segno di amore; gli uomini – intesi come esseri umani – sono predisposti a non pensare al futuro, perchè altrimenti il pensiero della propria morte paralizzerebbe il loro vivere, dunque non si fermano a pensare che quei piccoli fastidi un giorno saranno rimpianti. Mi ritrovo in tante delle cose che scrivi, ma questa in particolare mi ha commossa, riportandomi alla mente il ricordo di un uomo grande, forte e indipendente, che negli ultimi giorni di una vita troppo breve si poggiava sulle mie spalle e mi prendeva la mano come un bambino.
    Raffaella

  3. Gigi Massi

    Quanto è vero quello che scrivi! Mi ci ritrovo molto. Sento crescere in me l’angoscia e insieme la dolcezza dell’inversione di ruoli, vedo mio padre sempre più fragile, più piccolo fisicamente, lo vedo smagrirsi e camminare poco e male, e se anche non ha malattie invalidanti, vedo che mi sta passando il testimone, che devo farmi carico di lui. Per il resto, come cervello, è ancora il rompiballe di sempre, capace di riprendermi per qualsiasi scemenza e incapace di darmi fiducia. Ho paura, ecco.

  4. gecca

    Fra qualche giorni sono 35 anni che è mancata la mia mamma.
    Di lei mi restano molte foto e tanti ricordi, belli ma purtroppo anche di quando soffriva per un male terribile.
    Ho sentito spesso la sua mancanza in questi anni e avrei voluto che mio figlio avesse potuto conoscerla.
    Le foto sono tasselli importanti della mia vita. Con loro posso rivedere persone e luoghi cari: la mia mamma con me piccina, il giorno della mia prima comunione, i matrimoni, le vacanze ….
    Sarebbe stata una magnifica nonna.

  5. Fix Me

    Mia madre è esattamente identica a tutte le altre: non fa che ripetermi di mangiare perchè sono pallido… è la cosa che odio di più!!!!!

  6. mammina

    mi hai ricordato una poesia di Montale…quella che inizia con …”ho sceso milioni di scale dandoti il braccio…”. Ecco, nella poesia non si parla della madre, se non ricordo male…però, non so, me l’hai ricordata e mi ha fatto piacere. ciao. mammina

  7. silvia

    è vero sai che tornano bambine?
    la mia anche se è una rompi ogni tanto mi fa tenerezza anche se è prepotente!!
    e stasera siamo pure andate al cinema insieme!!
    ogni tanto cedo anch’io e penso come te
    -quante volte lei mi ha portata al cinema solo per farmi contenta!!-
    e quindi è veramente una ruota che gira!!
    ciao e grazie ancora per l’invito eh!!!
    buonanotte

  8. Emanuela

    Anche la mia mamma ha questa abitudine che , data la mia innata indipendenza, mi infastidisce non poco. Ma se glie lo faccio notare si offende e si infuria perchè: “a te non si può mai dire niente”.
    In compenso si offende se la sgrido perchè cammina per casa (male e tutta storta) senza le stampelle rischiando di cadere e di rompersi in mille pezzi. E questo è male!!
    Insomma la bambina sono io anche quando lei si comporta da tale!

    Cerco di non fare lo stesso con mia figlia anche se…………un ” Vai a lavarti le mani” ogni volta che arriva in casa mi scappa.
    E questo è male perchè non è una bimbetta che ritorna da scuola e le mani le lava anche se non glie lo dico, ma non riesco propio a farne a meno e lei me lo fa notare. Io però a differenza di mia mamma ci rido sopra e mia figlia pure.
    Cara mamma, ti voglio bene ma ………che rompimiento!!

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