Rashomon.

In una pellicola degli anni cinquanta di Akira Kurosava, Rashomon, si racconta di un’indagine sulla morte di un samurai nella quale non si riesce a fare luce sull’accaduto, anzi si prospettano, come in un’opera pirandelliana, verità contrapposte e nel medesimo tempo perfettamente plausibili.

Questo film mi fa spesso pensare ai fatti di cronaca più o meno recenti sui quali risulta difficile fare chiarezza e che vedono schierarsi, da una parte e dall’altra, innocentisti e colpevolisti, tutti ugualmente agguerriti.

E’ il caso, ad esempio, dei fatti di Rignano Flaminio (un altro paese destinato a restare nella memoria collettiva come Cogne) che sono stati sbattuti in prima pagina, triturati dai mass media, tanto che trasmissioni come “Porta a Porta” o “Matrix” ne hanno già parlato a più riprese sollecitando la curiosità degli spettatori.

Tutti i protagonisti della vicenda sono tanto credibili che l’opinione di chi ascolta fluttua tra il credere all’uno o all’altro o si ancora a simpatie ed antipatie epidermiche.

Come al solito si fa un gran parlare e si perde di vista la sostanza delle cose, le indagini e i processi diventano mediatici, le parti e i rispettivi avvocati affrontano studi televisivi come fossero aule di tribunali e i magistrati e gli inquirenti sentono sul collo il fiato di un’opinione pubblica che vuole la “verità” tutta e subito.

In mezzo purtroppo ci sono dei bambini comunque disturbati, nella loro serenità quotidiana, se non dai fatti, che devono essere ancora accertati, sicuramente dalle conseguenze di questa pesante intromissione nella loro vita e nei loro giochi, bambini reclusi, anche per sottrarli alla curiosità un po’ morbosa che li circonda, bambini che non frequentano più una scuola, perchè, a quanto pare, le scuole dei paesi vicini non li accetterebbero volentieri, bambini che andrebbero protetti e rassicurati prima di tutto dal disagio interiore, dalle paure, dalla sofferenza che un così repentino cambiamento delle abitudini porta con sè.

Spero solo che non restino ancora per troppo tempo i “bambini di Rignano Flaminio”, ma che possano presto ritornare a vivere una esistenza tranquilla e ordinata, lontana dall’attenzione e dal clamore, come è giusto che sia.

2 pensieri su “Rashomon.

  1. kiara

    Akira, uno dei miei preferiti, ricordo con immenso piacere anche Sogni, Ran, Vivere, Bassifondi, caspita li ho tutti in Vhs in videoteca, questa è storia del cinema..
    Baci.

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