Archivi giornalieri: 17 Maggio 2007

Emergenza.

Ieri abbiamo fatto l’ennesima prova di evacuazione a scuola, ma, a differenza delle altre volte, la simulazione ha avuto luogo non in orario di lezione, ma durante la pausa pranzo.

Siccome la sottoscritta è la responsabile della sicurezza (non mi faccio mancare niente!) la Protezione Civile locale mi aveva avvisato per tempo che, questa volta, la prova avrebbe riguardato la mensa.

Come è logico mi ero guardata bene dal diffondere la notizia, ma qualche indiscrezione deve essere trapelata ugualmente, tanto è vero che molti insegnanti erano al corrente del fatto ed erano già in fibrillazione da alcuni giorni: ogni tanto qualcuno mi chiedeva lumi, con fare assolutamente indifferente, sulle procedure, sulle vie di fuga e sull’ubicazione dei punti di raccolta, cosa che risulta per lo meno sospetta.

Tale era l’atmosfera di attesa dell’evento che qualche giorno fa, mentre in aula video si proiettava un film di guerra, al suono delle sirene che annunciavano i bombardamenti su Londra, nelle classi vicine è successo di tutto: alcuni hanno continuato tranquillamente a fare lezione, altri si sono acquattati sotto i tavoli in attesa delle scosse di assestamento, altri, infine, sono usciti ordinatamente per le scale di sicurezza tenendosi per mano (come prescrive la procedura in caso di incendio).

Organizzare una prova di evacuazione in una scuola sembra facile, ma in realtà è piuttosto complesso: quando un membro del personale ausiliario suona la sirena d’allarme bisogna abbandonare la classe, uscire in fila tenendosi per mano, dopo aver afferrato il registro (e possibilmente una penna) assicurarsi, prima di andarsene, che porte e finestre siano chiuse (per non alimentare le fiamme), individuare la via d’uscita, raggiungere il punto di raccolta, fare l’appello (nella speranza che l’insegnante della prima ora abbia segnato scrupolosamente gli assenti), compilare il modulo di evacuazione (che dovrebbe trovarsi nel registro), affidarlo a un ragazzino (possibilmente svelto) incaricato di consegnarlo al Preside ed aspettare il cessato allarme per tornare al proprio lavoro.

Come spesso succede i ragazzi considerano l’evento un gioco e gli insegnanti una seccatura, gli allievi di prima si farebbero tagliare una mano piuttosto che stringere quella di una compagna, mentre quelli di terza si azzuffano per dare la mano alla più carina del reame, quando si compila il modulo la penna non scrive, mentre il ragazzino incaricato di consegnare il verbale al Preside, di solito, sceglie proprio quel giorno per ammalarsi e viene sostituito dal più lento della compagnia: insomma le nostre performance in caso di emergenza sono piuttosto fantozziane.

Eppure è importante fare le simulazioni perché ragazzi ed adulti automatizzino dei comportamenti corretti che potrebbero tornare molto utili in caso di emergenza vera, quando è facile farsi prendere dal panico.

Se la prova di evacuazione, come è successo ieri, avviene in mensa si aggiunge anche il problema, non indifferente, di convincere dei preadolescenti affamati ad abbandonare il pane quotidiano (e anche il companatico).

Comunque anche questa è andata…i ragazzi sono usciti in modo abbastanza ordinato, anche se con qualche riluttanza, e i volontari della Protezione Civile ci hanno dato la sufficienza.

In caso di incendio possiamo stare quasi tranquilli, per i terremoti, l’emissione di sostanze tossiche, le alluvioni e le invasioni di cavallette ci stiamo attrezzando.

a scuola