Archivi giornalieri: 14 Maggio 2007

Quanta strada nei miei sandali….

Dai suoni che provengono dall’altra stanza intuisco che è già iniziato il Giro d’Italia, chiedo lumi a mio marito e ne ricevo in cambio uno sguardo tra il trasecolato e il preoccupato: probabilmente comincia a interrogarsi sul mio equilibrio psichico (“possibile che la compagna di una vita” si chiede “non si sia neppure accorta di un evento così importante?).

Facciamo chiarezza, non sono completamente fuori dal mondo, ma il ciclismo mi ha sempre interessato marginalmente (invece mio marito, da ragazzo correva in bici e gli è restata attaccata addosso la passione per le due ruote), ho seguito in passato qualche gara, quando persino la mia proverbiale indifferenza veniva intaccata da imprese eccezionali che non potevo ignorare, anche perchè in televisione non si parlava d’altro, e quando cominciavo ad appassionarmi saltava fuori (e salta tuttora) qualche brutta storia di doping che mi deludeva profondamente e spegneva sul nascere ogni mio interesse.

Eppure…

Eppure ogni anno mi ritrovo per strada ad aspettare il passaggio della carovana del Giro d’Italia, che, invariabilmente, ogni anno, attraversa il paese in cui vivo (dalle mie parti c’è una azienda che è tra le massime produttrici di biciclette da corsa e il Giro d’Italia le fa un doveroso omaggio includendo nel percorso queste amene località, di solito nell’ultima tappa, prima dell’arrivo a Milano).

Mi tocca, perchè mi spiace mandarci mio marito da solo (lui non si perderebbe lo spettacolo per tutto l’oro del mondo) e me ne sto, di solito, seduta sul marciapiede, per un tempo che mi sembra interminabile, perché gli atleti passano sempre con almeno mezz’ora di ritardo sull’orario previsto, ma noi andiamo molto prima perché “hai visto mai che passano in anticipo e ce li perdiamo?

Inganna il tempo leggendo il giornale, chiacchierando con gli altri malcapitati che affollano la strada, cercando di intuire se l’elicottero che volteggia all’orizzonte e quello che riprende dall’alto la corsa.

Poi cominciano a transitare moto con le sirene e i lampeggianti accesi, automobili pubblicitarie, ambulanze, furgoni muniti di megafoni, le ammiraglie, ancora moto e poi, in una folata di vento che dura pochi secondi, i corridori, fra i quali fingo, per quieto vivere, di identificare la maglia rosa (siamo in piena pianura e sulle nostre strade si raggiungono velocità rilevanti, se almeno vivessimo sulla salita di un passo dolomitico vedremmo qualcosa di più), poi ancora moto, ambulanze, moto e, finalmente, il silenzio.

A questo punto, sempre con una punta di inconfessabile delusione, ce ne andiamo a casa a vedere l’arrivo della tappa alla televisione.