Quando sono in terza media e l’anno scolastico è agli sgoccioli vengo afferrata da una specie di inquietudine, mi illudo che sia l’imminenza degli esami, con tutti gli adempimenti e le lungaggini burocratiche che comportano, ma in realtà non è così.
Piano piano prendo consapevolezza che i bambini di tre anni fa sono cresciuti, non solo fisicamente, ed è giunto per loro il momento di andarsene, di affrontare l’esperienza della scuola superiore, di lasciare l’ambiente “protetto” in cui hanno vissuto per tre anni.
E’ naturale ed è giusto che sia così, ma ai ragazzi mi affeziono e mi fa un po’ dispiacere il senso di aspettativa con cui si proiettano verso il futuro, lasciandomi qui a ricominciare di nuovo dalla prima.
So che potrei sembrare egoista, ma è difficile fare i conti con i sentimenti.
So che li incontrerò spesso per strada, il paese è talmente piccolo, so che qualcuno mi correrà incontro festoso per raccontarmi i suoi successi, mentre qualche altro cercherà di evitarmi per paura di domande incresciose.
Quanti ne ho visti passare!
Qualcuno ha frequentato con successo Università prestigiose, qualcuno è diventato un serio artigiano, qualche ragazza spinge per la strada una carrozzina o tiene per la mano un bimbo, mentre si avvia alla scuola elementare, qualche altra ha l’aspetto sicuro di una donna in carriera, qualcuno è felicemente sposato, qualcuno ha visto naufragare il suo matrimonio, qualcuno viene a scuola per il colloquio con gli insegnanti, facendomi così scoprire che ormai sono arrivata alla seconda generazione.
Stando sempre in mezzo ai ragazzini non mi rendo conto del passare del tempo, mi sembra di essere sempre la stessa, nonostante i capelli grigi, gli occhiali da presbite e il fisico non più scattante.
E’ un bel lavoro il mio: ogni tre anni mi consente di ricominciare, come se fosse un elisir di eterna giovinezza, ogni volta mi consente di affrontare una nuova sfida, di vivere di nuovo la stupenda avventura di stringere rapporti umani con dei bambini ed aiutarli a diventare adolescenti, mi permette di lasciare un’impronta nella loro vita…spero solo di non far danni.
E’ sempre molto bello leggere e capire con quanta passione svolgi il tuo lavoro e la frase conclusiva ne è la riprova!
Buon fine settimana
Mariko
Quali danni?
Sicuramente i tuoi ragazzi hanno tutto da guadagnare da te!
Ma lo sanno che ogni tanto parli di loro nel tuo blog?
@Gianluca: Lo sanno, lo sanno, anche se sono in incognito, usando come parole chiave i loro strafalcioni, mi hanno beccata e adesso sono tra i miei assidui lettori 🙂
Sciura Pina sei proprio come una prof.ssa dovrebbe essere! Complimenti 😉
Beh, allora tra un post e l’altro potresti inserire qualche “compito” per i tuoi ragazzi. 🙂
E’ molto bello quello che scrivi.. 🙂