Elogio di Olga.

Chi legge il mio blog sa che, di tanto in tanto, mi diverto a raccontare, oltre ai miei ricordi d’infanzia, piccoli acquarelli del mondo contadino del passato.

Logicamente non si tratta di esperienze personali (sono antica, ma non così antica), ma di rielaborazioni di testimonianze raccolte fra gli anziani del mio paese e principalmente da Olga.

Vi chiederete: chi è Olga?

E’ presto detto: una signora (nel vero senso della parola) nata nel 1920 e, purtroppo, morta tre anni fa, dall’intelligenza pronta e dallo spirito caustico, che ha condiviso con me le perle della sua memoria inossidabile, della sua saggezza contadina del suo stile di vita sobrio ed essenziale, regalandomi momenti di commozione e divertimento e appagando instancabilmente la mia curiosità di conoscere il passato.

Era nata, vi dicevo, nel 1920, a tre anni aveva perso la madre ed era stata allevata con la sorella e due cugini, anche loro orfani, dalla nonna paterna, una donna semianalfabeta, ma dall’enorme saggezza, aveva perso anche il padre, un uomo celebre in paese per la dirittura morale e l’autorevolezza, all’età di dieci anni.

Aveva frequentato fino alla quarta elementare, che corrispondeva alla scuola dell’obbligo, poi la nonna le aveva fatto ripetere la quarta perché non restasse a casa inoperosa, ma aveva una vastissima cultura autodidatta, aveva letto Manzoni, Tolstoi, Dumas, Svevo e molti altri, sforzandosi di comprendere sempre meglio, ad ogni nuova rilettura, ciò che le era sfuggito nella precedente.

A tredici anni era entrata in fabbrica, nell’opificio dove si produceva la seta, e ben presto era diventata una attenta tessitrice.

Poteva essere considerata la memoria storica del paese perchè pochi particolari le sfuggivano, era in grado di elencare intere classi elementari, componenti delle corali e dei gruppi politici, avvenimenti remoti e ormai dimenticati.

Non si era mai sposata come diceva nel suo italiano forbito che alternava al dialetto “per tema d’imbattermi in un uomo ignorante” e così il suo enorme patrimonio di conoscenze e ricordi rischiava di perdersi per mancanza di eredi naturali.

Quando la conobbi decisi che nulla sarebbe andato smarrito, le facevo visita, soprattutto in primavera e in estate, nella sua casa di ringhiera addossata alla chiesa, ci accomodavamo in giardino, all’ombra della vite rampicante, accendevo il registratore e la lasciavo parlare a ruota libera, sicura che avrebbe estratto dalla sua memoria innumerevoli racconti affascinanti.

Per lei era una gioia avere qualcuno che la stesse ad ascoltare attentamente e non si stancava mai di ricordare.

Quando è mancata ho provato un grande rimpianto per non averle potuto dedicare più tempo, perché aveva ancora tante cose da insegnarmi e io avevo ancora tanta voglia di imparare.

vecchio paese

13 pensieri su “Elogio di Olga.

  1. erika

    gli anziani sono la memoria del paese e del mondo. spesso, vengono trattati con sufficenza o addirittura ignorati. rispettosamente, in alcuni luoghi del mondo vengono considerati saggi. qui, sono solo”vecchi”.
    mi piaceva ascoltare mio nonno quando mi raccontava le memorie della vecchia palermo. Del suo andare all’opera, o dell’amore per mia nonna…che è rimasto intatto anche dopo più di 50 anni di matrimonio.

    ciao

  2. Gianluca

    E’ da ammirare che Olga abbia letto più di me: Manzoni, Tolstoi, Dumas e Svevo.
    Apprendo anche una lezione di cultura da chi magari ha fatto meno studi.

  3. Numero Venti

    La tua Olga è stata fortunata. Ha trovato una persona che ha saputo ascoltarla. Certo, gli anziani dovrebbero avere un ruolo da protagonista, invece, molte volte, vengono relegati ai margini della società.

  4. Balthazaar

    Gli anziani, come i bambini e come la maggior parte dei malati di mente, hanno il fascino insuperabile di mostrarci le cose attraverso un’inconsueta scansione temporale e sotto la luce di una logica a noi quasi sconosciuta. Trascorsi un periodo da volontario residenziale in un cronicario, uno dei momenti più utili del cammin di nostra vita.

    Viva Olga!

  5. Mariko

    Spero tu non abbia già raccontato tutti i “piccoli acquarelli del mondo contadino del passato”…

    Aspetto di leggere molti.

    Un saluto

  6. Pingback: Sciura Pina » Blog Archive » Zoccoli in mano!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.