Archivi giornalieri: 12 Dicembre 2006

Un libro per amico

Ho sempre amato la lettura, per buona sorte o forse per un’anagrafe inesorabile, non appartengo alla generazione cresciuta a pane, marmellata e televisione, perciò fin da quando ho imparato a leggere (ai miei tempi capitava intorno a dicembre, in prima elementare) mi si è spalancato davanti un universo, popolato di personaggi ai quali io attribuivo un aspetto, tanto da arrabbiarmi se l’attore della trasposizione cinematografica o televisiva di turno non corrispondeva alla mia creazione.

Da bambina ho pianto con “Cuore“, mi sono emozionata con le “Tigri della Malesia” ho condiviso il dolori di “Davide Copperfield” (ai miei tempi non era un illusionista), ho riso con “Tom Sawyier” ho lottato con “I tre moschettieri” contro l’odioso e odiato Richelieu, come si può vedere leggevo soprattutto libri “da maschi” forse a causa di un numero indefinito di cugini, maggiori di età, che mi passavano le loro letture (negli anni ’50, nonostante il boom economico, la lira era poca e tra cugini ci scambiavamo indumenti, giocattoli e libri).

Amavo i libri per se stessi, mi piaceva sfogliarli, accarezzavo la rilegatura, usavo rigorosamente i segnalibro per non sgualcire le pagine e mi faceva soffrire l’idea che mio nonno, bibliofilo come me, avesse visto scomparire la sua enorme collezione di volumi, andata distrutta con tutta la casa durante i bombardamenti su Milano dell’agosto del 1943.

amleto

Per questo fondato motivo mi addolora che i ragazzini di oggi non leggano più.

Certo comprendo che sono sollecitati da altri stimoli, comprendo che la lettura implica tempo libero, concentrazione e silenzio che ormai sono merce rara.

Non mi sfugge neppure la consapevolezza che la lettura è una competenza, per così dire, autofertilizzante, più si legge, meglio si legge e di conseguenza ci si appassiona.

Comprendo che, per chi legge a stento, un volume di quattrocento pagine può sembrare una tortura incomprensibile e insostenibile.

Tuttavia…

Tuttavia non riesco ad accettare che passino una intera infanzia e adolescenza (per tacere del resto della vita) senza l’esperienza della lettura, senza provare ad addormentarsi esausti con un libro fra le mani, senza finire un libro con il rimpianto che sia finito, senza rileggere un libro per ritrovare dei vecchi amici.

Poveretti, non sanno cosa perdono…