Durante le feste di Capodanno di questo anno sfortunato ero in Romania a casa di amici carissimi e, l’ultimo giorno, poco prima di partire, i miei ospiti mi hanno accompagnato a casa di un signore che aveva trasformato la sua casa in un vero e proprio museo.
Rudolf Raab, romeno di etnia magiara, era stato, per tutta la vita, un collezionista di oggetti del passato che aveva raccolto nella sua abitazione tanto che, visitando le varie stanze, si stentava a trovare lo spazio per cucinare, mangiare e dormire, anche per un uomo che viveva da solo, ma tutte le pareti e i mobili erano occupati da oggetti suddivisi per tipo: c’erano decine di icone preziosissime, orologi, strumenti di lavoro, radio, grammofoni, suppellettili, stoviglie, sacro e profano, nuovo e antico, bello e brutto, utile e superfluo tutto esposto in un caos “ordinato”.
Adesso che quest’uomo colto e gentile non c’è più forse la sua enorme ricchezza di passato andrà perduta ed è veramente un peccato.
Questo anno infelice mi ha negato anche la possibilità di tornare a trovarlo, come avevo programmato e non ho potuto fare in estate, e mi ha rubato la gioia di ascoltare i suoi racconti.