Archivi categoria: persone e personaggi

Tutte le persone che ho conosciuto.

Ho incontrato Margherita Nikolaevna mentre tentava di strappare alle fiamme il manoscritto del Maestro, nello squallido scantinato dove avevano vissuto un amore esaltante e disperato, e l’ho vista diventare una strega per il dolore e ho volato con lei nel cielo di Mosca.

Ho passato una notte accanto a Renzo, sulla riva dell’Adda, ascoltando la voce del fiume, in attesa della luce dell’alba.

Ho visto il pompiere Guy Montag sottrarre al rogo un piccolo volume e nasconderlo in una tasca della divisa per poi leggerlo nel segreto della propria stanza.

Ho tremato di paura accanto ad Anna nell’alloggio segreto, ho visto Achille trucdare Ettore ed Enea abbandonare Didone, ho visto amore, dolore passione, disperazione, tristezza e gioia, ho condiviso sentimenti ed emozioni con i personaggi che prendevano vita dalle pagine dei libri fino a diventare persone vere, persone da amare o da odiare o da commiserare.

Ed ogni volta che ho finito di leggere un libro mi sono sentita quasi abbandonata, quasi tradita.

Ho incontrato tanti personaggi e da ognuno ho imparato: per questo amo leggere.

Milano - Kasa dei libri

Addio Penelope.

Per quelli della mia generazione la grande attrice greca Irene Papas era Penelope, il personaggio che aveva interpretato magistralmente nello sceneggiato televisivo (allora non si usava il termine “fiction”), coprodotto dalla RAI, nel 1968 che aveva portato nelle case degli italiani le vicende dell’Odissea.

Fu la prima produzione RAI a colori e resta memorabile perché le puntate erano precedute da una introduzione di Giuseppe Ungaretti che leggeva alcuni versi del poema omerico.

L’attrice greca aveva restituito una figura di donna forte e bellissima, estremamente elegante e raffinata.

L’anno seguente recitò in “Z-l’orgia del potere” di Costa Gavras che vinse l’Oscar come miglior film straniero e narra dell’assassinio dell’attivista greco Grigoris Lambrakis per mano di estremisti di destra con la complicità delle forze dell’ordine e dei militari.

In realtà il film, girato sotto il regime dei colonnelli, non fa esplicitamente riferimento a nomi, luoghi e tempi ma, proprio perchè slegato da un contesto storico specifico, diventa una parabola politica universale.

Non si può dimenticare, oltre alla incredibile bravura, il suo volto, vera icona della bellezza greca: con lo sguardo scurissimo incorniciato da folte sopracciglia nere, la capigliatura corvina, il profilo dritto delle divinità raffigurate nelle sculture classiche.

Kioni - Itaca (Grecia)

London Bridge is down.

Fu incoronata due settimane prima della mia nascita per cui posso dire che per tutta la mia vita c’è stata una Regina Elisabetta sul trono del Regno Unito.

Era nata nel 1926 come mia madre, che purtroppo se n’è andata un anno fa, e le ho sempre considerate un po’ simili: entrambe hanno vissuto le vicissitudini della guerra, entrambe hanno visto morire il padre ancora giovane, entrambe hanno vissuto un grande amore e si sono assunte le loro responsabilità con serietà, con dedizione, con naturalezza.

A Londra, qualche anno fa, mi sono spinta fino a Buckingham Palace quasi desiderando si intravvedere, dietro ad una finestra, la presenza di questa donna forte.

Oggi, dopo una lunga vita e un lungo regno se n’è andata e con lei se n’è andato un pezzo di storia e si è chiuso definitivamenete il “secolo breve”.

Ora, come si usa dire da quelle parti, “God save the King”.

Londra  - Buckingham Palace

L’uomo della luna.

Oggi è arrivata la notizia della morte di Tito Stagno, il giornalista della RAI la cui voce, il cui sorriso, il cui sguardo hanno raccontato tanta storia del secolo scorso.

Per me era “l’uomo della luna”, l’uomo che, nella lunga notte del 20 luglio 1969 con il suo “ha toccato” carico di emozione (in realtà con qualche secondo di anticipo sull’effettivo momento dell’allunaggio), ci ha raccontato l’epilogo del viaggio di Apollo 11, il primo passo di Armstrong sulla superficie lunare,, il “balzo da gigante per l’umanità”.

Entrava nelle case degli italiani attraverso il bianco e nero dello schermo un po’ sfarfallante con il suo sorriso, con garbo e professionalità conservando però la capacità di emozionarsi e di emozionare.

Con la morte di Tito Stagno se ne va un altro pezzetto di storia del nostro Paese.

Cavenago di Brianza - La luna dal balcone

Il “Vittoriale degli Italiani”

Avevo visitato il Vittoriale da bambina e avevo il ricordo di una casa buia, piena di oggetti strani e con un aereo appeso al soffitto, allora non conoscevo D’Annunzio e l’impressione che avevo riportato dalla visita della sua dimora era quella di un ambiente disordinato.

A lungo ho accarezzato l’idea di tornare, soprattutto dopo che, grazie ai miei studi, il poeta non era più un “oggetto sconosciuto”, ma non ho avuto mai l’occasione di farlo fino a pochi giorni fa quando, grazie alla curiosità della amica con cui condivido le “passeggiate del mercoledì”, abbiamo organizzato due giorni sulle sponde del lago con l’obbiettivo di visitare il Vittoriale e Limone sul Garda e poi di spostarci a Sirmione.

La visita della Prioria non mi ha deluso: ho ritrovato gli ambienti che mi avevano colpito nella mia infanzia, ma ai quali riuscivo finalmente a dare un senso, ho ritrovato le stanze buie per proteggere la vista del Vate (aveva l’occhio destro danneggiato in seguito ad un incidente aereo), ho ritrovato le tracce della passione per Eleonora Duse, ho ritrovato un personaggio capace di costruire, anche grazie alla sua immaginifica dimora, un vero e proprio culto della personalità.

E poi c’è il parco esterno, con i vialetti ombrosi, il grande Mausoleo, la nave Puglia incastrata nel fianco della collina, i salti d’acqua, il verde, i pittoreschi scorci del lago.

La visita al Vittoriale ha ravvivato i miei ricordi infantili e mi ha insegnato aspetti della personalità del poeta che avevo sottovalutato o non compreso.

A proposito: l’aereo appeso al soffitto c’è veramente, si trova nell’Auditorium ed è lo S.V.A. con il quale il 9 agosto 1918 D’Annunzio volò su Vienna per lanciare i volantini con l’annuncio della vittoria italiana.

Gardone - Vittoriale degli Italiani

Una nuova stella

Carla Fracci, la splendida “etoile” della Scala nella cui scuola era entrata all’età di dieci anni tra gli “spinazitt” (“spinazitt” è il soprannome dialettale delle piccole allieve le cui acconciature ricordano vagamente gli spinaci), ha lasciato questa vita per brillare come una nuova stella nel cielo.

Per anni è stata l’essenza stessa della danza, una donna elegante, raffinata, colta, intelligente, un simbolo, lei figlia di un tranviere, per Milano che oggi piange la sua scomparsa.

Quando entrò nella scuola fu accolta, benché fragile e gracilina, perché aveva un “bel faccino” e un incredibile senso della musica e del ritmo, il suo talento le permise di diventare prima ballerina poco più che ventenne.

Ha danzato nei corpi di ballo più prestigiosi e con i patner più celebri e la sua interpretazione di Giselle è un dono prezioso.

Oggi la sua stella si è accesa nel cielo e a noi resta il ricordo di una grande danzatrice e di una grande donna.

Milano - Museo Teatrale della Scala

Il “Dolceriso” del Moro.

Vigevano è una gran bella città e passeggiare nella sua splendida piazza, in una giornata di sole, è come fare un tuffo nel passato e ritrovarsi in un’atmosfera rinascimentale di grande fascino che colpisce tutti i sensi, anche quello del gusto.

E proprio a proposito del gusto come non assaggiare un dolce che affonda le proprie radici in un passato tanto ricco?

Una specialità di Vigevano è il “Dolceriso” del Moro, un dolce a base di riso, mandorle, cedro candito e acqua di rose che sarebbe stato creato, secondo la tradizione, proprio da Beatrice d’Este nel 1491.

La storia (o forse la leggenda) racconta che Beatrice, la sedicenne sposa di Ludovico il Moro, gelosa del marito che spesso si allontanava dalla corte, creò questo dolce come una sorta di “elisir d’amore”, infatti tra gli ingredienti c’è l’acqua di rose che si pensava avesse poteri particolari contro i tradimenti e le pene d’amore.

Purtroppo la duchessa non poté sperimentare a lungo gli effetti della sua creazione perché morì pochi anni dopo all’età di ventidue anni, per le conseguenze del parto.

Della duchessa ci restano i ritratti che la raffigurano bellissima e giovanissima, il monumento funebre conservato nella Certosa di Pavia che la rappresenta accanto al marito, con delle calzature dalle zeppe altissime che le permettevano di non sfigurare al fianco del consorte e questo dolce dal sapore antico e particolare.

Vigevano - Dolceriso del Moro

La previsione di Punxsutawney Phil.

Il tradizionale Giorno della Marmotta (immortalato nel film “Ricomincio da capo” con Bill Murray) quest’anno, a causa della pandemia, si è svolto senza la presenza del pubblico, c’erano i notabili vestiti in marsina e cilindro (e mascherina) e c’era lui, la star della giornata, la marmotta Punxsutawney Phil che ha predetto ancora sei settimane d’inverno.

La cerimonia si è svolta sotto un’abbondante nevicata che, anche senza l’intervento del celebre roditore, farebbe escludere l’avvento di una primavera precoce.

La marmotta, un po’ insonnolita e apparentemente scocciata, ha fatto la sua previsione e peccato che non si riesca a convincerla a pronosticare anche l’evoluzione della pandemia.

Sarebbe utile visto che, di solito, ci prende.

marmotta

Il Patrono.

Oggi, 31 gennaio, è il giorno di San Giulio (e del più gettonato San Giovanni Bosco), ma per i Cavenaghesi quella di San Giulio è una festa importante perché è il Patrono del paese, insieme alla Beata Vergine del Rosario.

La festa del paese in realtà si celebra in ottobre, ma in onore di San Giulio nella nicchia di fianco all’altare compare una bella statua del santo rappresentato in abiti sacerdotali con in mano un modellino della nostra chiesa parrocchiale a lui dedicata

Secondo la tradizione San Giulio, che era di origine greca, insieme al fratello Giuliano si dedicò, durante l’impero di Teodosio, all’evangelizzazione e alla costruzione di nuove chiese che sorgevano sui siti dei luoghi di culto pagani, si racconta addirittura che le chiese fossero cento.

Dopo una vita dedicata alla sua missione trovò la morte nell’isoletta del Lago d’Orta che porta il suo nome.

La leggenda racconta che gli abitanti delle sponde del lago e dell’isola fossero terrorizzati da un drago che distruggeva i raccolti e spaventava i pescatori apparendo all’improvviso tra le nebbie.

San Giulio lo affrontò usando il suo mantello come una zattera e probabilmente riuscì a sconfiggerlo visto che una “vertebra di drago” è conservata ancora oggi nell’Abbazia Mater Ecclesiae, il convento femminile benedettino che sorge sull’isola.

In fondo a noi Cavenaghesi piace quel santo gran lavoratore e pragmatico che dalla sommità della chiesa ci guarda bonario.

Cavenago di Brianza - Sera

“Serenissime” (per chi ha voglia di leggere un libro al femminile).

“Serenissime” è un libro di Alessandro Marzo Magno che racconta la vita e le opere di dodici donne nate a Venezia che dal Medioevo ai giorni nostri, in diversi modi, hanno contribuito a rendere la loro città unica, come uniche sono state le loro storie.

Si va da Marietta Barovier, la donna che per prima ha creato le perle di vetro che oggi l’Unesco ha riconosciuto nell’elenco del Patrimonio intangibile dell’Umanità, a Elena Lucrezia Corner Piscopia, la prima donna laureata al mondo, dalla stilista Roberta di Camerino a Margherita Sarfatti, ispiratrice di Mussolini, per finire con Patty Pravo.

Le dodici donne che hanno primeggiato nei campi dell’arte, della cultura, della politica, della moda, della musica hanno in comune Venezia che è una città non solo bellissima, ma ricca di cultura e, nel suo luminoso passato, prodiga di opportunità.

“Serenissime” è un libro interessante, dalla lettura godibilissima, che racconta vite “vere” tanto affascinanti da sembrare un romanzo.

Venezia