In questi tempi così tribolati, sospesi tra una pandemia e una guerra, è difficile ritagliarsi un po’ di serenità, un momento in cui riprendere fiato, in cui dimenticare i telegiornali e le notizie che ci piovono addosso lasciandoci sentimenti di impotenza e di angoscia.
E poi si riesce a trovare un po’ di tempo per visitare una mostra e, all’improvviso, ci si trova catapultati in un’altra dimensione, in un luogo dove gli sguardi sono sereni e pacati e non c’è dolore e non c’è angoscia.
La mostra a Palazzo Reale dedicata a “Tiziano e l’immagine della donna nel ‘500 veneziano” è una di quelle occasioni in cui ci si può allontanare dai pensieri e dalle preoccupazioni per immergersi completamente nella bellezza.
Oggi ci siamo andate di corsa anche per il timore suscitato dalla notizia (poi rientrata) che l’Ermitage di San Pietroburgo avrebbe richiesto in brevissimo tempo le opere prestate alle esposizioni milenesi.
E così, tra le altre opere, ho incontrato la donna ritratta da Tiziano (e conservata proprio all’Ermitage) inconfondibile, con il vezzoso cappello piumato, il manto gettato su una spalla e lo sguardo fermo e sereno.
E ancora una volta mi sono illusa che “la bellezza salverà il mondo”.