Archivi categoria: ecco perché mi lamento

Genitori e figli.

La scena si svolge nel parcheggio della scuola all’ora della fine delle lezioni: un bambino, dall’apparente età di sette o otto anni, è impegnato in una sorta di “Pole dance” (uno sport agonistico che è un misto di ginnastica e danza con la pertica) intorno al palo di sostegno di un cartello stradale che oscilla in modo preoccupante, intorno ci sono nugoli di adulti (genitori, nonni?) impegnati in appassionanti discussioni tanto da non vedere (o, peggio, non voler vedere) il pargolo impegnato nell’opera di abbattimento del cartello.

Freno il mio impulso naturale di intervenire in difesa del cartello (pagato anche con le mie tasse) e del pargolo che potrebbe, in caso di crollo, restare colpito e mi limito a segnalare la cosa ad un agente della pèolizia locale che interviene prontamente.

Dopo un breve dialogo con il bimbo che appare pentito e contrito, senza che nessun adulto responsabile si faccia vivo, l’agente si allontana e, non appena ha voltato le spalle, il pargolo riprende i suoi esercizi con reiterata veemenza.

Non starò qui a sottolineare che i miei genitori, se fossi stata ripresa da un vigile, mi avrebbero sgridato e messo in castigo spiegandomi anche che non è il caso di danneggiare le cosa di tutti perché, quando io ero bambina, i genitori non erano i “difensori civici” dei figli, ma in fondo è passato più di mezzo secolo dalla mia infanzia.

Spero solo che, nel caso il palo dovesse cadere facendo del male a qualcuno, non denuncino il Comune per aver piantato un cartello pericolante (che all’origine pericolante non era) nel parcheggio di una scuola.

Milano - Piazza Affari

L’esplosione serale

Puntuale come il destino cinico e baro, tutte le sere, quando ho finito di sistemare la cucina e mi raggomitolo sul divano per un po’ di televisione o un po’ di lettura, una violenta esplosione mi fa sobbalzare.

Da tempo immemorabile è tradizione festeggiare la fine dell’anno con botti, fuochi d’artificio e, una volta, con il lancio di oggetti vecchi dalle finestre.

Quando ero bambina i botti augurali erano piuttosto rari, in compenso alla mattina di Capodanno i marciapiedi erano ingombri di frammenti di stoviglie di ogni tipo.

Questa usanza, del resto abbastanza pericolosa, si è persa, mentre proliferano le esplosioni già a partire dagli ultimi giorni di novembre e si protraggono, senza soluzione di continuità, fino a carnevale.

Intendiamoci mi piacciono i fuochi d’artificio e quando mi capita resto lì incantata ad ammirarli, mentre i boati violenti che fanno tintinnare i vetri delle finestre e mi fanno sobbalzare sul divano mi danno un gran fastidio.

Scommetto che ci sono modi più intelligenti per spendere i propri soldi…. ma, in fondo, tutti i gusti son gusti.

Lisbona (Portogallo) - Notte di Capodanno - Fuochi artificiali

Il selfie del degrado.

T’invidio turista che arrivi
t’imbevi de fori e de scavi 
poi tutto d’un colpo te trovi 
fontana de Trevi ch’e tutta pe’ te…
.”

Cantava Renato Rascel immaginando lo stupore del turista che, sbucando da una via laterale, si trova davanti l’incanto della fontana forse più famosa al mondo, tanto bella, come è bella tuta la città, da spingere chi visita Roma a gettare una monetina nell’acqua per assicurarsi la fortuna di tornare lì ancora una volta nella vita.

Anch’io ho gettato quella monetina (forse allora erano dieci lire) e sono tornata spesso nella città Eterna, l’ultima volta poco meno di un anno fa, e l’ho sempre ritrovata splendida nella sua monumentalità, imponente, luminosa con i marmi delle vestigia del passato che si stagliano nel cielo reso limpido dal vento.

E, benché ami in modo sconsiderato Milano, sono sempre stata orgogliosa della nostra Capitale, della città unica al mondo per la ricchezza della sua storia, dell’incanto che sa donare alla sera, quando il sole declina e ci si trova sulla terrazza del Pincio.

Proprio perché amo Roma mi riempie di tristezza vedere la città martoriata dai rifiuti, vedere i turisti che si scattano selfie davanti ai cumuli di immondizia e pensare all’immagine deludente che stiamo offrendo a chi, magari per una sola volta nella vita, si trova qui e non vede l’arte, la bellezza, la cultura, la storia, ma solo il degrado.

Non vorrei che, passando dalla Fontana di Trevi, si guardassero bene dal gettare la fatidica monetina.

Roma

Rotazione e rivoluzione.

“Questa notte torna l’ora solare”, proclama solennemente il giornalista durante il telegiornale, “quella che rispetta la normale rotazione della terra intorno al sole” ci spiega con illuminante chiarezza.

Peccato che l’alternanza tra notte e giorno non dipenda dal moto di rivoluzione ( e non rotazione) intorno al sole (che dura circa 365 giorni proprio come un anno), ma dal moto di rotazione della terra intorno al proprio asse.

Questo è un piccolo esempio del pressapochismo che ormai troppo spesso governa l’informazione.

E’ mai possibile che chi scrive i testi e chi li legge non conoscano queste elementari nozioni di geografia astronomica? E’ possibile che non siano quasi mai sfiorati da un dubbio? E’ possibile che non esista nessuna forma di controllo sulle notizie?

Durante lo stesso telegiornale, a proposito del maltempo, viene annunciato  “Allerta in Piemonte: è stato chiuso il ponte sull’Adda a Cosio Valtellina in provincia di Sondrio”.

E dire che pensavo che Sondrio fosse in Lombardia.

Milano - Exxperience 2016

I diritti degli animali.

I cani, si sa, hanno il “diritto” di abbaiare anche se, logicamente, deve essere cura dell’umano con cui convivono mettere in atto tutte le condizioni che permettano agli animali di non provare disagio, paura, dolore e aggressività e che consentano loro di vivere in modo sereno.

Chi decide, più o meno consapevolmente, di accogliere nella propria famiglia e nella propria casa un animale deve sapere che si assume la responsabilità del benessere di un essere vivente che richiede cure, affetto, condivisione, deve sapere che non si tratta di un oggetto, di un “giocattolo” da regalare a Natale e dimenticare a Capodanno.

Per questo motivo la notte scorsa mi sono inquietata nell’udire, per ore, fino a notte fonda, un cane che latrava disperatamente, con una voce che esprimeva disagio e dolore.

Non ce l’avevo con il cane, ma con l’essere umano che lo aveva lasciato solo, probabilmente smarrito e spaventato.

Il suo latrato dolente mi ha riempito di tristezza.

cane

Con grande sprezzo del pericolo.

Negli ultimi giorni sto vivendo pericolosamente, ogni volta che esco di casa rischio di essere travolta da qualche automezzo perché mi ostino a non camminare sul marciapiedi.

Vorrei rassicurare amici e conoscenti: non sono stata colta da un improvviso desiderio di autodistruzione, non si tratta di “cupio dissolvi”, semplicemente mi rifiuto di usare il marciapiedi che, come dice la parola stessa, dovrebbe servire per camminarci sopra e non per una forma originale di protesta, ma per la presenza di numerose, variegate ed invadenti deiezioni canine (ma dalle dimensioni direi equine) che ultimamente imbrattano buona parte del percorso che mi permette di raggiungere il bar dove bevo il caffè abitualmente.

Non ho alternative se non smettere di bere il caffè o produrmi in una sorta di balletto da sentiero minato quindi, per evitare di calpestare l’incalpestabile, cammino sulla strada rischiando di essere investita da automobilisti iracondi che, a buon diritto, strombazzano con veemenza al mio indirizzo.

Ma è mai possibile che i proprietari dei cani non riescano a capire che i prodotti intestinali dei loro fedeli amici non possono e non devono essere a carico di tutta la comunità?

cane

Brutta gente.

Il suv, senza alcun contrassegno che ne giustifichi la presenza, occupa quasi due spazi nel parcheggio del supermercato, due spazi comodi, vicini all’ingresso, appetibili, peccato che si tratti di posti riservati ai disabili.

E’ solo la punta dell’iceberg di una serie di comportamenti che definire incivili è pura cortesia.

Spesso, accompagnando mia madre a fare una passeggiata, con la sua sedia a rotelle, trovo gli scivoli che mi permetterebbero di scendere agevolmente dal marciapiedi occupati da automobili parcheggiate lì “solo per qualche minuto”, “perché devo fare una commissione urgente”, ” perché non c’è altro spazio”o anche semplicemente senza alcuna giustificazione.

Altre volte trovo lo scivolo intasato da un gruppetto di persone che chiacchierano animatamente e mi guardano storto se ho l’ardire di disturbare la loro conversazione sui massimi sistemi, quando gentilmente (lo giuro) chiedo di passare.

Se non riusciamo ad avere un po’ di attenzione e di rispetto per chi è in difficoltà, come se la difficoltà fosse una colpa, siamo proprio diventati brutti e cattivi.

Brunate

Turismo becero.

Siamo in pieno periodo di partenze, orde di turisti si avventurano, con tutti i mezzi di trasporto a disposizione, verso mete più o meno esotiche in un clima da “liberi tutti” che ogni anno balza agli onori (o disonori) delle cronache.

Oggi, per esempio, gira sul web il filmato di alcuni “turisti” che si lanciano in Canal Grande dal Ponte di Calatrava (tra l’altro rischiando di fare un “frontale” con un vaporetto), ma è solo uno dei tanti episodi di inciviltà che chi visita una città d’arte, o percorre una vallata alpina, o prende il sole in spiaggia ha, purtroppo, l’occasione di osservare ogni giorno.

Fontane di marmo confuse con un catino per il pediluvio, scalinate imponenti dove bivaccare (lasciando logicamente immondizie sparse in un raggio di mezzo chilometro), grigliate improvvisate in un bosco reso arido dalla siccità,  resti di picnic sepolti sotto la sabbia, e poi grida, schiamazzi, telefonate condivise con tutti gli astanti e tanti altri comportamenti insopportabili affliggono le vacanze di tutti.

Dovremmo sempre ricordare che la riva del mare, la vallata alpina, la città d’arte, il monumento antico sono luoghi dove siamo solo ospiti, e come ospiti dovremmo avvicinarci in punta di piedi, con rispetto per ciò che ci circonda e per chi ci abita, magari con il desiderio di conoscere e di capire qualcosa di nuovo.

Ma forse sono solo una illusa.

Venezia - Carnevale

Giuro: è semplice.

Dal mese di febbraio la raccolta differenziata in paese ha nuove regole: come ormai hanno imparato anche i muri la “frazione secca” viene ritirata al sabato mattina e deve essere confezionata in appositi sacchi, di colore rosso (muniti di codice identificativo), che rispondono al fantasioso nome di “Ecuo Sacco”.

La faccenda funziona così: Il Comune ha fornito, a suo tempo,  un numero di sacchi rossi adeguato alle esigenze dei vari nuclei familiari, se non si differenzia in modo corretto i sacchi in dotazione non basteranno e quindi bisognerà acquistarne di nuovi.

L’obbiettivo dichiarato è quello di ridurre al massimo la frazione secca che non è riciclabile o riutilizzabile e devo dire, dopo vari mesi, che, almeno per quanto mi riguarda, il sistema funziona.

Per questo motivo non riesco a capire come sia possibile che al sabato, dopo la raccolta, alcune vie del paese siano punteggiate di sacchi dai colori fantasiosi evidentemente non conformi o i cestini dell’immondizia siano pieni di sacchetti ingombranti come pure i bordi delle strade più esterne.

Forse ci vuole solo un po’ di senso civico, un po’ di attenzione, un po’ di rispetto.

Cavenago - Ecuosacco

Questione di mira.

Non tutti abbiamo una mira da Guglielmo Tell: per esempio se io avessi dovuto centrare la mela posta sulla testa di un figlio con una freccia avrei avuto dei seri problemi, a meno che la mela non fosse stata della dimensione di una grossa anguria e io non mi fossi trovata a meno di dieci passi di distanza.

Mi rivolgo in particolare alla persona (o alle persone) che, approfittando del ponte del Primo Maggio, per questioni meteorologiche propendo per la giornata di domenica, hanno deciso di fare un picnic alle Foppe, ma purtroppo, a causa di evidenti difficoltà di coordinazione mano-occhio, non sono riuscite a liberarsi dei rifiuti centrando ‘l’apposito sacco, benché di grandi dimensioni, ma hanno sparso cartacce e stoviglie di plastica in un raggio di alcuni metri.

Tuttavia se dovesse trattarsi non di persone con evidenti difficoltà, ma più semplicemente di persone maleducate, non ci sarebbero proprie giustificazioni.

Ed è inutile anche lamentarsi per la sporcizia sparsa ovunque e per il fatto che nessuno si preoccupi di pulire.

Il primo passo per un ambiente pulito consiste nell’evitare di sporcarlo.

Cavenago di Brianza - Le foppe

Cavenago di Brianza - Foppe (maggio2013)