Ma come ci siamo ridotti?

A giudicare dalle pubblicità televisive (non ho mai guardato molto la tv, ma ora trascorro più tempo in casa e il televisore spesso resta acceso: continuo a non guardare le trasmissioni, ma, mentre mi aggiro per casa, non posso fare a meno di ascoltare) siamo diventato un popolo cagionevole e malandato, affetto da disturbi talvolta imbarazzanti.

Si va dai dolori alle articolazioni alla sordità, passando dall’incontinenza e dall’ipercolesterolemia: per me, entrata ufficialmente nella terza età, non è un gran bel messaggio.

Comunque i più giovani non se la passano meglio, infatti sono affetti da problemi intestinali di vario tipo, da onicomicosi, dermatiti, allergie e altri variegati disturbi che richiedono un immediato acquisto di medicamenti (da banco logicamente).

Ho l’impressione che la situazione sia precipitata negli ultimi tempi e che gli spot televisivi ci stiano avviando verso un cupo pessimismo.

Dove sono finite le garrule famiglie strette intorno ad un tavolo imbandito di merendine o a una spaghettata pantagruelica, dove il “mitico Michele” che riconosceva una marca di whisky dopo averne assaggiati una ventina, dov’è finito Gigi che si abbuffava di gelato?

Probabilmente in farmacia.

Milano - Kasa dei libri

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