Archivio mensile:Settembre 2018

I libri proibiti.

Si è conclusa sabato scorso la “Banned Books Week” e anche la nostra biblioteca ha aderito con un’iniziativa simpatica (anche se non c’è nulla di simpatico nel proibire i libri).

In biblioteca faceva bella mostra di sè uno scaffale con alcuni libri accuratamente impacchettati e contrassegnati da un’etichetta che riportava la “motivazione” della proibizione della lettura (in varie epoche e in diversi luoghi) e così ho scoperto che alcuni volumi si sono macchiati delle peggiori nefandezze come la promozione della stregoneria (Harry Potter e la pietra filosofale), la diffusione dell’alcolismo tra i minori (Cappuccetto Rosso) o l’incitamento a nutrire sentimenti anticristiani (Il principe di Machiavelli).

Il gioco consisteva nello scegliere un libro a scatola chiusa, portarselo a casa ed aprire il pacchetto per scoprirne il titolo e poi logicamente leggerselo e assaggiare così il gusto del frutto proibito.

Così ho fatto, ho scelto un pacchetto con la scritta piuttosto intrigante “donne con ruoli di forte protagonismo” per poi scoprire, con un po’ di divertito stupore, che altro non era che “Il meraviglioso Mago di Oz”.

Questa piccola esperienza mi ha persuaso ancora di più che proibire la lettura di un romanzo o di un saggio, perchè difforme rispetto al sentire comune o perchè può urtare la sensibilità del lettore o perchè racconta stili di vita non omologati è sintomo di paura e rappresenta un preoccupante esempio di ignoranza.

In fondo chi nella storia ha organizzato dei bei roghi di libri ( e purtroppo ce ne sono tanti) non aveva a cuore i lettori, ma si proponeva semplicemente di promuovere il pensiero unico.

Non esistono libri “cattivi”, esistono libri noiosi, inutili, forse anche dannosi, certamente non tutti sono dei capolavori così come non tutti sono imperdibili, ma per comprenderli e giudicarli bisogna fare lo sforzo di conoscerli.

E adesso mi dedicherò alla lettura del Mago di Oz.

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Cavenago di Brianza - Biblioteca "I libri proibiti"

Aperitivo in villa.

Oggi, in occasione delle “Ville aperte in Brianza 2018”,  negli ambienti di Villa Sottocasa, sede del Must (il museo del territorio), è stata organizzata una visita guidata accompagnata, nei vari ambienti del Museo, da un aperitivo veramente particolare.

L’aperitivo consisteva nella degustazione di prodotti tipici del territorio come i vini, i formaggi e i salumi di Montevecchia e le patate di Oreno, sottilissime e ancora calde.

E’ stata una bella occasione per visitare ancora una volta il Museo sempre molto interessante e per assaggiare dei prodotti forse un po’ di nicchia, ma particolarmente gustosi e pregiati.

La visita si è conclusa con una sosta nel corpo principale della villa con l’accompagnamento di una fetta di torta paesana, il dolce tipico del mondo contadino che non buttava via nulla, ma trovava sempre occasioni per fare festa anche con ingredienti poveri, ma con tanta fantasia e tanta voglia di stare insieme.

Vimercate - Must (aperitivo)

Il piacere della disinformazione.

Fino allo scorso anno scolastico (quando frequentavo quotidianamente dei preadolescenti) consideravo un imperativo morale e quasi un dovere professionale avere in qualche modo contezza dei loro interessi e delle loro passioni.

Così, resistendo al mal di pancia e ad un principio di orticaria, davo un’occhiata di tanto in tanto a qualche reality, giusto per capire l’argomento delle loro accese discussioni.

E così cercavo di districarmi fra isole popolate di celebrità a me per lo più ignote e case che ospitavano perfetti sconosciuti o vip quasi altrettanto sconosciuti, fidanzamenti spazzati via in pochi giorni e amici che tutto mi parevano meno che amici.

Capivo poco e non mi divertivo per nulla, ma stare in classe (purtroppo) non consiste solo nel ripassare Manzoni o Leopardi i quali, detto per inciso, se fossero finiti su qualche isola mi avrebbero appassionato sicuramente di più.

La pensione mi ha regalato anche questo: il piacere di essere disinformata e il gusto di guardare Rai5 o Alberto Angela come se non ci fosse un domani.

E pazienza se alla mattina, mentre bevo un caffè al bar, non capisco di cosa parlino molti degli altri avventori.

Beata ignoranza!

Caffè

U come uva.

Quando ero bambina l scuola cominciava il primo ottobre e, dopo un periodo di varia lunghezza passato a compilare pagine e pagine di aste, puntini e cerchietti, si passava ad imparare a scrivere le vocali.

Ricordo che la maestra scriveva, con la sua grafia tonda, ogni vocale in cima alla pagina e poi noi dovevamo fare un disegno che rappresentasse una parola che iniziava con quella lettera.

Non ricordo cosa avessi disegnato per illustrare tutte le vocali, ma ricordo distintamente “I come imbuto” e “U come uva”.

L’imbuto aveva una forma vagamente geometrica ed era facile disegnarlo sui fogli a quadretti, l’uva invece richiedeva una maggiore abilità, ma nonostante la difficoltà di rappresentare in modo credibile il grappolo che pendeva da un tralcio ricco di pampini e viticci, mi piaceva disegnarla e colorarla di un viola acceso perchè è un frutto così autunnale.

Anche oggi mi piace ritrovare l’uva sul banco del fruttivendolo perchè, come l’autunno, ha un profumo intenso, ha una morbidezza che sa di dolcezza, di mosto appiccicoso, ma allo stesso tempo porta in sè un presagio di freddo, di nebbia, di inverno e mi dà il senso dello scorrere dei giorni e delle stagioni che arrivano portando i loro doni preziosi.

Milano - Expo 2015

La casina delle civette.

Nel parco di Villa Torlonia, un po’ defilata rispetto alla residenza del principe, c’è una piccola costruzione, dall’aspetto bizzarro che ricorda un po’ la casa della Famiglia Addams, si tratta della Casina delle Civette.

L’edificio, nato come costruzione rustica o come chalet svizzero nella metà dell’800, fu arricchito di loggette e terrazzini all’inizio del ‘900 tanto da ricordare un minuscolo villaggio medievale e furono aggiunte decorazioni in ferro battuto, stucchi,  e vetrate in stile liberty che le conferiscono un aspetto elegante, delizioso e decisamente insolito..

Negli anni trenta il principe Torlonia affittò l’edificio principale a Mussolini e si ritirò nella piccola residenza dove visse fino al 1938.

Ora la Casina delle Civette fa parte del percorso museale di Villa Torlonia ed è particolarmente gradevole visitare i vari ambienti dall’andamento mosso ed eccentrico, illuminati dai giochi di luce che filtrano dalle preziose vetrate.

Roma - Villa Torlonia - Casina della Civette

Roma - Villa Torlonia - Casina delle Civette

Roma - Villa Torlonia - Casina della Civette

In attesa dell’autunno.

L’autunno astronomico è già iniziato, ma là fuori è ancora estate, fa ancora caldo (a sentire le previsioni ancora per pochi giorni) e c’è ancora un’atmosfera da vacanza.

Il clima non mi aiuta ad entrare nella mia nuova vita perché, generalmente, l’inizio dell’anno scolastico coincide con un abbassamento della temperatura e con l’intensificarsi delle piogge e non riesco ancora pienamente a rendermi conto che la scuola è iniziata e io, per la prima volta dopo secoli, non sono seduta in cattedra.

So benissimo come è difficile stare in classe quando fuori c’è il sole e fa caldo e i ragazzi hanno in mente solo di correre dietro ad un pallone e guardano il giardino ancora verde come se fosse un paradiso perduto dal quale sono stati esclusi a causa di un destino cinico e baro.

Per fortuna non sono lì a tentare di catturare la loro attenzione distratta dal cielo azzurro e dal clima estivo.

Cavenago autunno

Il piacere di ritrovarsi.

Sembra che il tempo non passi mai ( e qualche volta che passi troppo in fretta), che si allunghi e si accorci come un elastico, che si arrotoli su se stesso catturandoci in una spirale costellata di attimi irripetibili, ma, ogni tanto, anche il tempo è clemente e ci regala una piega che sembra riportarci indietro nella dimensione del ricordo, dove tutto ciò che era negativo sparisce e restano solo immagini gradevoli e dolcissime.

Succede a volte e a me è successo ieri sera quando ho ritrovato molti dei ragazzi che avevo lasciato diciassette anni fa sui banchi di scuola e che hanno voluto farmi l’impagabile dono di qualche ora di festa per condividere insieme la gioia della mia nuova vita e la struggente tenerezza del ricordo.

Li ho ritrovati adulti, già ben ancorati ad un mondo di responsabilità, alcuni con i bimbi tra le braccia, altri con il piglio deciso di chi si è costruito una vita di lavoro, una professione, ho sentito il loro affetto e ho ritrovato (se mai l’avevo perso) il mio grandissimo affetto per loro, ho rivisto visi di uomini e donne dove è ancora facile leggere le espressioni dei ragazzini che erano, ma anche nuove consapevolezze, una diversa sicurezza.

Mi ha stupito soprattutto scoprire quanto il legame creatosi sui banchi di scuola fra loro e con me fosse profondo e, via via che i ricordi riaffioravano prepotenti, ho provato la gioia immensa di comprendere quanto la nostra relazione ci abbia reciprocamente arricchito.

Grazie ragazzi per aver voluto condividere questa gioia con me.

Cavenago di Brianza - registro

Cavenago di Brianza

Una quieta bellezza.

Roma, pur con tutti i suoi problemi, con il suo traffico, con le folle di turisti che si aggirano tra i Fori e il Colosseo, che siedono sulla scalinata di Piazza di Spagna scattandosi un selfie, ha sempre il potere di catturarmi con il suo fascino antico, con la sua luce che, soprattutto al tramonto, diventa dolcissima.

E allora può capitare di salire fino alla terrazza del Pincio, imprecando ad ogni gradino, e poi di trovarsi lì, mentre comincia ad imbrunire, con i rumori di Piazza del Popolo attutiti, mentre una fisarmonica nascosta suona “La vie en rose” e un artista di strada riempie il cielo di evanescenti bolle di sapone.

E all’improvviso la città si illumina e anche i miei occhi si illuminano e trovo una nuova serenità nella contemplazione di tanta bellezza.

Roma - Terrazza del Pincio

La fabbrica dei sogni.

Cinecittà nasce nel 1937 quando Mussolini decise di dare nuovo impulso all’industria cinematografica (dopo l’incendio nel 1935 degli studi Cines che si trovavano presso la Basilica di San Giovanni) e inizialmente constava di settantatré edifici tra i quali si contavano ventun teatri di posa.

Oggi è un grande complesso in parte visitabile, soprattutto per quanto riguarda i grandi set come il Tempio di Gerusalemme, la Firenze del Medioevo e Roma antica (andato però in parte distrutto a causa di un incendio recente).

Una palazzina ospita anche un interessante museo che illustra le professioni del mondo del cinema dove è possibile anche sperimentare una prova di doppiaggio sulla celebre scena della Fontana di Trevi tratta da “La dolce vita” di Fellini.

La visita a Cinecittà permette di calarsi in un’atmosfera surreale e quasi magica, ma contemporaneamente permette anche di accostarsi a grandi professionalità.

Roma - Cinecittà

Roma - Cinecittà

Roma - Cinecittà

Il Colle.

Pochi giorni dopo il suo insediamento il Presidente Mattarella aveva annunciato di avere l’intenzione di aprire il Quirinale (che fino ad allora era visitabile solo sporadicamente) perché gli italiani potessero entrare in quella che non doveva essere solo la residenza prestigiosa del Capo dello Stato, ma la casa comune di tutti noi.

La visita del Quirinale è interessante ed emozionante al tempo stesso perché si attraversano appartamenti di grande bellezza e ambienti suggestivi  legati alla nostra storia come il Salone delle Feste o lo studio del Presidente.

La visita include anche gli splendidi giardini e le scuderie dove sono esposte le carrozze dei Savoia.

Alla fine del giro è possibile sostare davanti ad una teca che protegge una delle tre copie autografate della Costituzione.

Il Quirinale è un palazzo ricchissimo che, per cinquecento anni, ha ospitato dei capi di stato dai papi, ai sovrani d’Italia, ai Presidenti della Repubblica, le sue sale sono ricche di storia e, anche grazie al Presidente Mattarella, oggi il Palazzo è un po’ più “nostro”.

Roma - Il Quirinale

Roma - Il Quirinale

Roma - Il Quirinale