Archivio mensile:Maggio 2018

Con lo zaino in spalla.

Non ho sempre viaggiato in aereo e un tempo non c’era l’alta velocità, raramente quando eravamo una giovane coppia potevamo permetterci alberghi eleganti o ristoranti, ma abbiamo sempre viaggiato molto, con i pochi soldi che avevamo a disposizione e con tanto spirito di adattamento.

Spesso abbiamo mangiato un panino seduti sugli zaini, in una stazione sperduta in mezzo all’Europa, aspettando un treno che procedeva così lento da permetterci di assaporare tutti i dettagli del panorama, senza capire molto la lingua del posto, ma forti della nostra incoscienza e della nostra voglia di conoscere il mondo.

Tra i ricordi più piacevoli di quella vita “con lo zaino in spalla” c’è un pomeriggio a Cracovia trascorso al Cafè Europejska (dove ho trascorso qualche ora serena anche qualche tempo fa), un locale affacciato sulla piazza del Mercato Vecchio, elegante e sobrio allora come ora.

Allora la Polonia era ancora “dietro la cortina di ferro” e avevamo un grande curiosità di conoscere tanti aspetti della vita quotidiana di persone che vivevano in un mondo così diverso dal nostro.

Ricordo una lunga chiacchierata con un gentilissimo signore, con il quale avevamo condiviso un tè e tanti discorsi, in una lingua babelica, su stipendi e condizioni di lavoro e politica e welfare.

Alla fine il nostro interlocutore se ne andò, salutandoci in modo molto cerimonioso, e quando ci avviammo alla cassa per pagare scoprimmo che, senza dirci nulla, ci aveva offerto la consumazione, oltre alla sua amicizia.

La nostra giovinezza “con lo zaino in spalla” è stata così: piena di incontri e di parole e di curiosità, viaggiavamo in modo frugale, ma con gli occhi aperti, spesso eravamo esausti, ma ci bruciava il cuore.

Cracovia

Tutto ciò che potrei fare.

In attesa di capire se finalmente a settembre potrò andare in pensione ogni tanto mi ritrovo a fantasticare su tutto quello che potrei fare con tanto tempo libero a disposizione anche se, almeno a giudicare dalle mille idee che mi vengono in mente, ho l’impressione che di tempo libero me ne resterebbe pochino.

Innanzitutto potrei dedicare qualche ora in più alla mia mamma e a tutte le mie amiche ultranovantenni che sembrano solo aspettare di scambiare qualche parola, di riscoprire un passato che non interessa più a nessuno, di condividere ricordi e storie.

Poi c’è il gruppo “Nati per leggere” e la attività di lettura per i bimbi piccolissimi che potrei ampliare e approfondire.

Non vedo l’ora di poter trascorrere qualche giornata a Milano per visitare mostre e musei senza essere obbligata a farlo nei week end quando le code diventano chilometriche, le attese hanno templi biblici e, per vedere un quadro, bisogna armarsi di santa pazienza.

E poi vorrei viaggiare al di fuori del periodo estivo o delle vacanze comandate, per evitare le orde che affollano le mete più appetibili, senza trovare aerei strapieni, treni stipati di viaggiatori, alberghi e ristoranti senza un posto libero, mi piacerebbe anche evitare di visitare deserti in pieno agosto (come mi è successo di recente) perchè nei mesi più miti sono incatenata ad una cattedra.

E poi vorrei leggere, ascoltare musica, tirar tardi alla sera senza l’incubo della sveglia alla mattina  e perdere tempo e annoiarmi senza il rimorso di non aver fatto ciò che dovevo fare.

Credo proprio che se riuscirò ad andare in pensione non avrò un momento libero.

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