Archivi giornalieri: 13 Maggio 2018

L’emozione non basta.

Quando si entra nel capannone è come ricevere un pugno nello stomaco: l’aereo è lì, o almeno ci sono  i brandelli di quello che era un aereo, ricomposto come un puzzle a cui mancano troppi pezzi restati chissà dove in fondo al Tirreno.

Intorno al vasto spazio corre una passerella e via via che la si percorre si intuiscono le ali, i motori, la coda altissima, la teoria di finestrini, la cabina di pilotaggio, la scritta “Itavia”.

Dai pannelli scuri lungo le pareti escono le voci di persone normali, frammenti di pensieri che, in qualche modo, vanno a completare i frammenti dell’aereo: sono le voci e i pensieri di ottantuno persone, tanti erano i passeggeri e i membri dell’equipaggio, sono le parole  che tutti noi potremmo pensare e pronunciare così come tutti noi avremmo potuto essere sull’aereo in un imprevedibile e casuale gioco del destino.

Intorno al relitto sono appese delle lampadine la cui luce si ravviva e si affievolisce ritmicamente, come in un respiro, mentre nelle casse scure, invisibili ai nostri occhi, sono conservati gli oggetti, muti testimoni di vite vissute: occhiali, scarpe, vestiti.

Il “Museo per la Memoria di Ustica” emoziona, ma l’emozione non deve e non può bastare, così come non può bastare la commozione, perchè quando le sensazioni si affievoliscono ci sentiamo forse più buoni e più giusti, ma restiamo inerti: quei brandelli di aereo, quei brandelli di vita sono lì a ricordarci una pagina buia del nostro Paese, sono lì per risvegliare la nostra giusta indignazione per troppi silenzi, per una verità a lungo negata, per tutte le verità negate.

(n.b. per una questione di diritti relativi all’istallazione dell’artista Christian Boltanski non è possibile pubblicare le immagini).

Bologna - Museo per la memoria di Ustica