Di quale parte?

Oggi, poco dopo la sfilata per celebrare la Festa della Liberazione, sentivo qualcuno commentare che si tratta di una festa “di parte” e che, come tale, andrebbe abolita o quanto meno ricordata in tono minore, senza tanti orpelli, discorsi e bandiere.

Certo che si tratta di una celebrazione “di parte”.

E’ la celebrazione di chi sta dalla parte dell’Italia, dalla parte della libertà, dalla parte dell’accoglienza, dalla parte dell’uguaglianza, dalla parte di chi costruisce ponti e non muri.

Sarà per questo che, alla fine della mattinata, incontrando un ragazzino nato lontano da questo Paese che aveva, come me, partecipato alla manifestazione e che aveva cantato l’inno nazionale che anch’io avevo cantato con la stessa serietà, mi è sembrato naturale regalargli la bandiera che portavo al collo.

Credo di sapere da che parte stare.

Cavenago di Brianza - XXV Aprile 2018

2 pensieri su “Di quale parte?

  1. franco

    Un giorno, per fatti miei, mi son trovato a riflettere: “Ma Liberazione de che ?”.
    Perché d’un tratto mi ero reso conto che per settantanni mi avevano allegramente preso per i fondelli.
    Il punto è che, dopo le Medie, ero stato in tutt’altre faccende affaccendato; e così il 25 aprile era stato, dopo qualche annetto di felina indifferenza, solo una casella di calendario da cercare di inserire in un gioco dell’oca di ferie col maggior numero di “ponti” possibile, anzi gioco di capponi Manzoniani in pugna coi colleghi di lavoro (= di sventura).
    A fare giustizia, la pensione: la mia oasi nel deserto, finalmente raggiunta.
    Ma la pensione non portò soltanto all’affrancamento dal “senza più voglie” del periodo lavorativo, ma anche alle “parole argute”, ché c’era finalmente il tempo di collegare fra loro neuroni lasciati per decenni in animazione sospesa.
    E così mi son fatto finalmente i miei conticini: i miei, non quelli che mi avevano rifilato fin da quando andavo a scuola col grembiule nero e il fiocco azzurro.
    E questi conticini non tornavano…
    Lei si dice appassionata di fotografia, come me; ma guardando nel mirino mi pare che vediamo cose diverse.
    Io sono per la Leica di Cartier-Bresson, ma ho l’impressione che lei tratti i chiaroscuri della Storia come amava fare Ansel Adams coi suoi scatti.
    Cordialmente…

  2. Sciura Pina Autore articolo

    Riconosco e comprendo i chiaroscuri della storia (anche se apprezzo particolarmente Ansel Adams), ma vivo nel presente e sono consapevole che la barra del mio timone è la Costituzione che trae le sue origini proprio in quei frangenti e che ci indica il cammino della libertà e dell’uguaglianza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.