Quando non riesco a prendere sonno, e per fortuna mi capita molto raramente, i miei pensieri, che si aggirano come farfalle notturne, si impigliano nei suoni che raggiungono la mia camera e mi fanno immaginare vite e storie: racconti fantastici che popolano il buio.
Sento suoni di passi e scricchiolii e il rumore di un motore lontano, un’automobile che corre nella notte e immagino un ritorno da un lungo viaggio o una partenza, una storia che si conclude o che inizia.
Su un albero del giardino un uccello notturno, forse una civetta, canta nel buio, ma la musica a tutto volume da un’auto di passaggio la ammutolisce, o forse la induce a trovare riparo dove i rami sono più folti e immagino il suo disappunto e la sua solitudine che il canto d’amore a mala pena riesce ad esprimere.
I miei pensieri volano fuori dalla finestra e non mi serve alzarmi e guardar fuori per vedere un passante frettoloso che percorre le strade buie, mentre il silenzio amplifica il suono dei suoi passi.
Qualche volta piove ed è piacevole abbandonarmi al canto della pioggia che concilia il sonno e imprigiona i miei pensieri in una spirale evanescente che mi trascina nel nulla.
Poi, purtroppo, suona la sveglia.