Camera d’albergo.

Quando viaggio, anche se sono in gruppo, preferisco una camera singola perchè amo stare un po’ da sola, riflettere sulla giornata trascorsa, riordinare i pensieri, riorganizzare le emozioni.

Ho soggiornato in camere assolutamente anonime, un po’ fredde e impersonali, ma anche in ambienti eleganti ed estremamente confortevoli, magari dotati di un balcone con una splendida vista,ma ogni volta la camera ha rappresentato il primo incontro con un nuovo paese, con una diversa cultura.

Qualche volta ho trovato arredamenti un po’ datati, ma caldi e accoglienti, o soluzioni avveniristiche nelle quali persino la ricerca di un interruttore diventa un’avventura come nell’albergo dove ho soggiornato qualche mese fa a Londra.

In fondo non ho bisogno di molto, mi basta un numero congruo di prese di corrente (dove attaccare telefono, macchina fotografica e tablet), un letto comodo (possibilmente con un materasso un po’ rigido), pulizia scrupolosa e un po’ di silenzio per dare sfogo ai miei pensieri.

Ho ricordi piacevoli delle tinte calde della mia camera a Fes o dell’azzurro delle persiane di Itaca, ho ricordi piacevoli delle coccole come i sali da bagno profumati di Marrakesch o l’accappatoio caldo dell’hotel termale in Slovenia.

Ho ricordi piacevoli perchè ogni camera, grande o piccola, luminosa o grigia, è un pezzo importante del viaggio e per qualche ora, per qualche giorno diventa il luogo in cui vivere, diventa quasi “casa”.

Londra - Luma Concept Hotel (Hammersmith)

Frikes - Itaca (Grecia)

2 pensieri su “Camera d’albergo.

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