Archivi giornalieri: 3 Gennaio 2018

La terra del fuoco e del vento.

Il territorio dell’Azerbaijan ricorda vagamente la sagoma di un maestoso uccello che si dirige, ad ali spiegate, verso il Caspio con la penisola di Absheron che si protende nel mare come un gigantesco becco.

La penisola è spesso battuta da un vento impetuoso, un vento che ti sposta e ti toglie il respiro, un vento che, all’improvviso, abbassa la temperatura che di solito è abbastanza mite, e provoca un brivido gelido, e spazza il cielo o lo riempie di nuvole rendendo il clima capriccioso e mutevole e aprendo improvvisi squarci di luce.

L’Azerbaijan è anche la terra del fuoco, un fuoco che si accende repentino, alimentato dal gas naturale, lo stesso fuoco che illumina le torri dei pozzi petroliferi.

Proprio in questa terra, ad Ateshgah (la Casa del Fuoco) nacque il culto del fuoco legato alla religione di Zoroastro i cui seguaci eressero, intorno alla fiamma perenne, un santuario di grande suggestione con, al centro del cortile un piccolo tempio altare dove la fiamma bruciava senza estinguersi.

Il luogo ha ancora oggi un’atmosfera ricca di sacralità anche se, in seguito allo spostamento del terreno, il gas ha smesso di uscire spontaneamente e il fuoco viene acceso e spento ogni giorno, tuttavia si ha l’impressione visitando il tempio e lasciandosi incantare dalla fiamma che danza, di fare un tuffo in un passato quasi magico.

A pochi chilometri di distanza si può visitare una piccola collina che brucia da tempo immemorabile (almeno stando alla descrizione che ne fece Marco Polo) e soffermarsi ad osservare le lingue di fuoco che si agitano mosse dal vento impetuoso.

Il vento e il fuoco ci raccontano di un paese antico, di riti e tradizioni dimenticate, ma profondamente radicate nell’animo umano, ci raccontano di un passato affascinante che riaffiora, come le fiamme, nel presente.

Azerbaijan - Tempio di Zoroastro - Ateshgah

Azerbaijan - Yanar Dag - La montagna che brucia