Archivio mensile:Agosto 2017

Il cioccolato.

Basterebbe l’aspetto di Modica per far innamorare, basterebbe passeggiare tra le case antiche dai balconi decorati o arrampicarsi su per le scale delle sue chiese che sembrano esplosioni di bellezza.

Basterebbe, ma Modica ha un altro grande pregio che non può lasciare indifferenti: il suo cioccolato particolarissimo ottenuto grazie ad una particolare lavorazione “a freddo”.

Il cioccolato modicano ha una particolare consistenza, quasi sabbiosa, e un profumo e un aroma che vengono esaltati, ma non dispersi, dall’aggiunta di spezie, di agrumi, e persino di fior di sale di Marsala.

Entrare in una antica “dolceria” ed assaggiare il cioccolato a pezzetti è un’esperienza unica, si viene accolti dal profumo caldo e avvolgente e poi si degusta, chiudendo gli occhi per non essere disturbati dagli altri sensi, lasciando che il palato si faccia catturare dalla consistenza dolce ed aspra allo stesso tempo.

L’unica tristezza è dover scegliere tra i tanti gusti per evitare di superare il peso del bagaglio in stiva.

Cioccolato di Modica

Modica (Sicilia)

Modica (Sicilia)

Camminare in un sogno.

Ho trascorso l’adolescenza e la giovinezza nello studio della cultura e della letteratura greca (… e latina, ma con minore trasporto), poi la vita mi ha portato altrove, ma l’amore per il mondo greco è rimasto intatto e, a tradimento, riaffiora di tanto in tanto.

Per questo motivo, quando mi sono ritrovata al cospetto dei templi di Agrigento, ho provato la sensazione di camminare in un sogno e l’ho fatto quasi in punta di piedi, per non svegliarmi, per prolungare a lungo la gioia di contemplare quelle antiche pietre.

Avrei voluto restare sola, in silenzio e avrei voluto poter entrare tra le colonne del tempio della Concordia e scorrere le scanalature delle colonne con la punta delle dita, e togliere le scarpe per sfiorare con i piedi il calore della pietra.

Purtroppo non è possibile perchè nei luoghi di tanta meraviglia si aggirano folle di turisti rumorosi e la prudenza impone di chiudere l’accesso ai templi.

Ho potuto solo sfiorare colonne e capitelli con lo sguardo.

Agrigento (Sicilia)

Agrigento (Sicilia)

Agrigento (Sicilia)

Il colore del sale.

Le saline della Laguna, vicino a Marsala, sono uno spettacolo affascinante ed insolito che si offre ai visitatori da tempo immemorabile, probabilmente furono per primi i Fenici, colonizzatori di questa terra, a trovare il modo di raccogliere il sale che viene ottenuto, anche oggi come allora, per evaporazione dell’acqua di mare.

L’acqua, attraverso il passaggio in un susseguirsi di vasche, rilascia scorie ed impurità fino ad ottenere, nell’ultimo invaso, un sale che è al 99% cloruro di sodio e, per il restante 1%, soprattutto cloruro di magnesio e, in quantità minore, fluoro, fosforo, bromo, sali di iodio che conferiscono a questo sale una particolare ricchezza dal punto di vista alimentare.

Ma, al di là dell’aspetto artigianale e produttivo delle saline, al di là dell’interessante esempio di archeologia industriale, quello che colpisce il visitatore è la bellezza del luogo, la regolare geometria delle vasche, lo spettacolo inconsueto dei mulini a vento e il colore dell’acqua che, a seconda della fasi di lavorazione, assume sfumature delicate fino ad arrivare ad un bianco brillante.

Anche quella delle saline è un’immagine di questa terra che conserverò gelosamente.

Marsala (Sicilia)

Marsala (Sicilia)

Marsala (Sicilia)

Benvenuti a Vigata.

Vigata non è un punto sulla carta geografica della Sicilia infatti, così come l’immaginario capoluogo Montelusa, non esiste nella realtà, ma è più reale del vero soprattutto da quando la Rai ha cominciato a produrre le storie del Commissario Montalbano, nato dalla fantasia di Camilleri ed entrato nell’immaginario collettivo con il volto di Luca Zingaretti.

I romanzi sono ambientati nell’agrigentino, ma alle storie televisive fanno da sfondo alcuni paesi del ragusano come Scicli, Modica, Ibla e Punta Secca dove sorge l’abitazione del Commissario con il mitico terrazzino dove spesso sorseggia il primo caffè.

Si trattava di luoghi già da tempo meta di un turismo attento soprattutto alle eleganti forme del barocco, ma che, negli ultimi anni, hanno conosciuto una grande popolarità a livello mondiale anche grazie alla trasposizione televisiva dei racconti di Camilleri.

E’ divertente incontrare un gruppo di turisti stranieri incantati davanti all’ufficio del mitico Catarella o impegnati a farsi un selfie davanti al terrazzo della casa di “Marinella”.

E’ un buon modo per diffondere nel mondo le bellezze della Sicilia.

Scicli (Sicilia)

Modica (Sicilia)

Punta Secca - Casa di Montalbano (Sicilia)

Sampieri (Sicilia)

Paese di pietra e ombra.

Erice ha un fascino tutto particolare, con le sue viuzze scoscese dal selciato regolare reso lucido dal passaggio di migliaia di piedi, con i suoi vicoli così angusti da diventare ombrosi anche nel pieno sole dell’estate siciliana, con i suoi angoli di silenzio e di colori e di profumi, con le sue balconate abbarbicate lassù sulla roccia da cui si abbraccia il mare e le saline ben ordinate di Trapani che disegnano geometrie in stile Mondrian sulla superficie azzurra.

Viene voglia di percorrere le sue strade in silenzio per sentire il canto del vento e il risuonare dei passi sulla pietra.

Erice è stata un incontro e un amore a prima vista e l’impressione che si potrebbe anche vivere un’esistenza quieta all’ombra dei pergolati che ornano i piccoli giardini segreti.

Erice (Sicilia)

Erice (Sicilia)

Erice (Sicilia)

Non ospiti, amici.

Al ritorno dal viaggio in Sicilia, che mi ha portato in luoghi di incredibile bellezza di cui parlerò a lungo in seguito, mi trovo “dentro” un groviglio di emozioni che non è facile districare.

Ma l’emozione che emerge più prepotente è quella dell’incontro con le persone, talora fuggevole, quasi sempre casuale, dalla signora seduta sulla stessa panchina di Ragusa, al cameriere del bar, dalla guida turistica che ci accompagna, al venditore di granita di mandorle, al collega che orgogliosamente mi racconta la sua Catania.

Incontri talora fuggevoli e casuali, dicevo, ma che spesso mi hanno lasciato la sensazione di essere “accolta” non semplicemente come ospite, ma come amica, con un’empatia che va ben al di là della semplice (ma pur sempre ben accetta) cortesia.

Forse è proprio questa l’impressione più forte che mi porto dietro e che già mi fa venir voglia di tornare.

Palermo (Sicilia)

L’aeroporto.

Le compagnie aeree consigliano, di solito, di presentarsi con largo anticipo,  per le lungaggini della consegna dei bagagli e dei controlli prima di raggiungere la zona di imbarco, e quindi, se il volo è previsto intorno alle otto, bisogna alzarsi ad ore decisamente antelucane perché non si sa mai.

Poi, una volta consegnati i bagagli e superati i controlli, la noia diventa mortale soprattutto se le formalità vengono sbrigate relativamente in fretta, perché in aeroporto si va per partire per un viaggio e, di colpo, ci si trova in una specie di limbo, dove il tempo sembra non passare mai.

Leggo qualcosa, bevo caffè, continuo a guardare l’orologio e il tabellone delle partenze (con la vaga inquietudine che compaia la ferale scritta “delayed” di fianco al numero del volo), guardo gli altri viaggiatori, annoiati proprio come me, e le provo tutte per ingannare il tempo, per avvicinarmi al momento del decollo, dell’inizio della nuova avventura.

L’aeroporto è un “non-luogo”, vagamente claustrofobico, un inconveniente indispensabile per spiccare il volo verso una nuova meta.

Poi il “gate” si apre, il tempo ricomincia a scorrere, l’attesa è finita.

In volo verso Cracovia

Spazi d’agosto.

Trascorro il ferragosto a casa, nell’ozio più totale, senza pranzi luculliani (che con il caldo di questi giorni sono una botta di vita), senza sentire il bisogno di divertirmi ad ogni costo, mi godo un po’ di solitudine, un po’ di silenzio, un po’ di riposo, una pausa tranquilla prima di chiudere la valigia e partire per la Sicilia.

Mi ritaglio uno spazio, nello spazio dilatato del paese quasi deserto, uno spazio che sembra disegnato da De Chirico.

Camminare per le vie del paese, vuote e assolate, dove i passi risuonano, dà una sensazione di straniamento, ma non è triste ne spiacevole.

Anzi…

Milano - Portello

E poi il sole.

In questa estate sballata, qui tra le mie montagne, siamo passati in poche ore da temperature africane alla pioggia esagerata, alle grandinate, al vento violento che piega gli alberi e scoperchia i capannoni industriali e la temperatura è crollata all’improvviso proiettandoci  in un clima già quasi autunnale.

Ieri i temporali si sono susseguiti senza pietà per tutta la giornata costringendoci a chiuderci in casa con la tentazione (inimmaginabile fino a pochi giorni fa) di accendere il camino.

Passare dalla limonata ghiacciata alla tisana bollente in poche ore non fa bene, ma non si può trovare un rimedio: il tempo è così e bisogna prenderlo come viene.

Questa mattina finalmente è spuntato di nuovo il sole, il cielo è pulito e c’è una temperatura mite, anche se l’ombra è percorsa da un brivido fresco che sembra annunciare la fine dell’estate, di quell’estate anomala e torrida alla quale probabilmente dovremo fare l’abitudine.

Concenedo

Caccia grossa.

Per sfuggire un po’ al caldo saliamo in alta quota, dove non fa certo fresco, ma c’è un’arietta piacevole che mitiga il calore dei raggi del sole.

Mentre passeggiamo tra le rocce e i cespugli ci dedichiamo ad un po’ di caccia grossa, caccia fotografica naturalmente visto che siamo in fase di collaudo della fotocamera nuova.

In alto, su una roccia, mi sembra di scorgere una piccola sporgenza, che sembra un sasso, o un pezzo di legno secco, do un’occhiata e attraverso le lenti potenti dello zoom si materializza una piccola marmotta, intenta a prendere il sole e forse a controllare il territorio circostante.

Tutt’intorno le sue compagne si muovono veloci e circospette, mimetizzandosi tra le pietre e la terra, sono buffe e simpatiche, attente ad ogni piccolo movimento degli umani che neppure si accorgono di loro e dei rapaci che le tengono d’occhio.

Mi piace osservarle così, da lontano, senza disturbare la loro vita, senza creare loro inutili patemi, mi sembra di afferrare un piccolo segreto della natura.

Piani di Artavaggio - Marmotta