Archivio mensile:Luglio 2017

Mi sento un po’ in colpa.

Di solito mi sforzo di stare un po’ attenta a quello che mangio, mi sento virtuosa quando opto per un’insalata, limito i carboidrati (e anche gli “idrocarburi” come affermava convinta una signora al bar) e tengo sotto controllo grassi e zuccheri, non ho particolari manie salutistiche, ma in genere non mi piace mangiare “pesante” soprattutto quando fa caldo.

E poi mi succede di passare qualche giorno in montagna e allora è possibile che mi lasci tentare da un negozio che, ai miei occhi, è una specie di antro delle meraviglie: gli scaffali, infatti, sono ingombri di formaggi di tutti i tipi, di latte vaccino, di pecora e di capra, dalle stagionature più diversi, formaggi ti pasta cruda e cotta, delicatissimi e freschi o profumati e consistenti.

Sono formaggi che provengono quasi tutti dagli alpeggi in quota, alpeggi che spesso mi è capitato di visitare e di apprezzare per la cura nell’allevamento degli animali che pascolano in assoluta libertà lungo i pendii erbosi.

Sono sempre un po’ indecisa nella scelta e le commesse, sempre gentilissime, mi allungano un assaggio sulla lama del coltello e così mi ritrovo ad acquistare più formaggi di quello che dovrei.

La conseguenza è sempre un vago senso di colpa che mi accompagna fino a casa… poi mi siedo a tavola e passa tutto.

Val Biandino 2010

All’ombra non c’è il sole.

Nel mese di luglio la popolazione del paese, qui tra le mie montagne, è composta prevalentemente di giovani mamme, bambini di età variabile, ma soprattutto nonni e nonne impegnati nella più ambita delle incombenze, quella di prendersi cura dei nipotini, e così può capitare di ascoltare, involontariamente, tenerissime spiegazioni di ottica e di termodinamica.

Oggi una nonna cercava di far capire al nipotino che all’ombra la temperatura è più bassa perchè “non c’è il sole”, ma il piccolo non sembrava troppo convinto e insisteva a giocare sotto un grande albero frondoso.

Mi fanno tenerezza i nonni in difficoltà come quelli che, in compagnia di ragazzini un po’ più grandicelli, cercano di distoglierli dallo smartphone senza riuscire ad attirare la loro attenzione.

La vacanza è un momento particolare in cui tra nonni e nipoti si possono stringere rapporti più saldi che non durante il resto dell’anno, quando i ragazzini sono impegnati tra scuola, sport e corsi vari, e sono momenti preziosi perchè i nonni possono dedicare tempo e affetto e esperienza e racconti e ricordi

Mezzacca

Ti sarebbe piaciuto.

Abbiamo sempre viaggiato insieme, da quando eravamo ragazzi e giravamo l’Europa con una tenda a quando, diventati genitori (non sempre responsabili) abbiamo continuato le nostre scorribande con un pargolo curioso (proprio come noi) al seguito, abbiamo condiviso scoperte, emozioni, sogni, conoscenze e mete.

Per noi il viaggio cominciava molto prima della partenza quando, armati di guide e cartine, studiavamo i nostri itinerari e cercavamo di riempire i pochi giorni che avevamo a disposizione (visto il budget sempre limitato) con tutto ciò che ci sarebbe piaciuto vedere.

E poi partivamo, per una meta lontana o vicina, sempre con gli occhi spalancati per lo stupore, sempre con i sensi pronti a percepire suoni e colori e profumi, sempre con la mente aperta per capire.

Oggi viaggio da sola, magari con un gruppo, ma senza di te, e quando mi incanto davanti ad un mare turchese, alla viuzza di una medina, agli arabeschi di una moschea mi sembra di averti accanto perchè so che ti sarebbe piaciuto, e tanto, condividere l’incantamento con me.

Marocco -  Rabat

Istanbul

Quanto mare!

Chi mi conosce (e chi legge questo blog) sa quanto io ami la montagna e quanto la montagna abbia fatto parte da sempre della mia vita fin da quando, da bambina, trotterellavo dietro i passi cadenzati di mio padre lungo sentieri che, negli anni seguenti, avrei percorso decine di volte per arrivare in vetta e vivere l’esperienza di contemplare il mondo dall’alto.

Eppure, quando mi trovo in riva al mare, soprattutto se non si tratta di un mare “facile”, soprattutto se è poco frequentato da orde di vacanzieri, soprattutto se, per raggiungere una caletta nascosta, bisogna camminare a lungo su sentieri impervi, quando mi trovo in riva ad un mare così sento tutto il suo fascino che cattura la mia immaginazione.

E posso stare lì a lungo ad ascoltare il canto delle onde che si infrangono sulle pietre sbiancate dal sole e a contemplare l’acqua limpidissima in tutte le sue sfumature dal turchese cupo al colore del vino.

La breve vacanza a Itaca mi ha regalato proprio questo: un mare selvaggio e stupendo che ha incatenato i miei sensi.

Exogi - Itaca (Grecia)

Itaca (Grecia)

Chi viene voi adesso?

Non so quanti ricordino la trasmissione televisiva “Quelli della domenica” andata in onda nell’ormai lontano 1968, alla domenica pomeriggio tra la tv dei ragazzi e il secondo tempo della partita di serie A.

Era un programma “diverso” dai canoni dell’epoca, dai varietà ben educati e un po’ prevedibili ricchi di ospiti illustri e lustrini e contribuì a far conoscere al grande pubblico dei comici emergenti, allora completamente sconosciuti e originali, come Cochi e Renato e Paolo Villaggio.

In particolare ricordo Villaggio nei panni di Giandomenico Fracchia, un impiegato vessato e servile, antesignano del ben più celebre Fantozzi dei libri e dei film, e del professor Kranz, uno stralunato e lunatico prestigiatore dal marcato accento tedesco che aggrediva torvo e minaccioso il pubblico esibendo due improbabili cammelli di pelouche.

Immagino che allora i personaggi proposti da Villaggio fossero un tantino destabilizzanti e quasi fastidiosi, poi sarebbe venuto il grande successo della saga di Fantozzi.

Oggi si è spento questo grande uomo di spettacolo e a me piace ricordarlo per quegli esordi così fuori dal coro che ci hanno insegnato un nuovo tipo di spettacolo e di comicità.

Una comicità che suscita un sorriso amaro.

Giuro: è semplice.

Dal mese di febbraio la raccolta differenziata in paese ha nuove regole: come ormai hanno imparato anche i muri la “frazione secca” viene ritirata al sabato mattina e deve essere confezionata in appositi sacchi, di colore rosso (muniti di codice identificativo), che rispondono al fantasioso nome di “Ecuo Sacco”.

La faccenda funziona così: Il Comune ha fornito, a suo tempo,  un numero di sacchi rossi adeguato alle esigenze dei vari nuclei familiari, se non si differenzia in modo corretto i sacchi in dotazione non basteranno e quindi bisognerà acquistarne di nuovi.

L’obbiettivo dichiarato è quello di ridurre al massimo la frazione secca che non è riciclabile o riutilizzabile e devo dire, dopo vari mesi, che, almeno per quanto mi riguarda, il sistema funziona.

Per questo motivo non riesco a capire come sia possibile che al sabato, dopo la raccolta, alcune vie del paese siano punteggiate di sacchi dai colori fantasiosi evidentemente non conformi o i cestini dell’immondizia siano pieni di sacchetti ingombranti come pure i bordi delle strade più esterne.

Forse ci vuole solo un po’ di senso civico, un po’ di attenzione, un po’ di rispetto.

Cavenago - Ecuosacco

Un “patriota europeo”

“Patriota europeo” è stato definito, da Jean Claude Juncker,  durante i funerali solenni, i primi funerali di stato, ospitati nell’Aula Plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, Helmut Kohl, l’ex cancelliere tedesco spentosi il 16 giugno all’età di ottantasette anni.

Kohl è stato l’artefice della riunificazione della Germania, dopo la vergogna del muro di Berlino, ma ha anche lavorato a lungo per riconciliare la storia e la geografia dell’Europa.

Il 13 dicembre del 1997, quando il Consiglio europeo annunciò l’allargamento all’Europa centrale e orientale, si commosse fino alle lacrime, si commosse come chi, dopo anni di lavoro, di speranze e di delusioni, vede finalmente la realizzazione del suo sogno.

“Era un uomo proiettato verso il futuro, aveva conosciuto gli orrori della guerra e per questo motivo ha lottato per un’Europa senza frontiere” così lo ha ricordato  il premier russo Dmitrij Medvedev nella sua orazione funebre.

Se l’Unione Europea ha bisogno, soprattutto oggi, di modelli di riferimento Helmut Kohl, con il suo ottimismo sempre guidato da un lucido realismo, può indicarci la strada.

Milano - Expo 2015