Finito il pranzo (o la cena) raccogliamo le bucce della frutta e della verdura e le gettiamo in giardino, sulle balze di ulivi e macchia mediterranea che cresce rigogliosa e profumata tra tra cielo e mare.
Non si tratta di un tipo di raccolta differenziata creativo e neppure di un sintomo di scarsa civiltà e attenzione per l’ambiente, si tratta invece di qualcosa di completamente diverso.
Lo si capisce dopo pochi minuti quando, zampettando silenziosi tra i muretti a secco così tipici della Liguria, cominciano ad apparire i daini, solitari o in piccoli gruppi, le femmine giovani seguite dai cuccioli timorosi e malfermi.
Guardinghi annusano le bucce e poi velocemente mangiucchiano i resti e, quando hanno fatto piazza pulita, alzano lo sguardo verso il balcone in attesa di qualche altro boccone, ma se dal cielo non arriva più nulla si dedicano a brucare l’erba secca e i rami bassi contribuendo così a mantenere pulito il sottobosco.
Se ne stanno lì, placidi e silenziosi, senza apparente timore dell’uomo.
Solo un’altra presenza li mette in allarme: l’arrivo di qualche cinghialetto intenzionato a condividere il desco.