Quando cominciano le vacanze (estive, natalizie, pasquali poco importa: basta che siano vacanze) di solito tiro fuori la mia valigia (sempre la stessa finché non me la sfasceranno in qualche aeroporto) e parto.
Di solito programmo i viaggi e prenoto con largo anticipo così ho tutto il tempo di leggere guide turistiche e libri e di prepararmi a cogliere anche i più piccoli dettagli dei monumenti, dei paesaggi, dei luoghi e delle persone che incontrerò lungo la strada.
Alcuni viaggi mi lasciano l’impressione di profumi, di geometrie, di sapori, di suoni e di colori e spesso sono proprio i colori che restano impressi nei miei ricordi, quando ormai sono a tornata casa da lungo tempo e le altre sensazioni si attenuano.
Ci sono viaggi che hanno colori ben definiti come, ad esempio, il rosso degli edifici e della terra del Marocco: se chiudo gli occhi rivedo quei riflessi rossi, caldi e brillanti, rivedo il colore delle colline e del complesso Heri es-Souani di Meknes, le grandi scuderie che servivano anche da granaio: una struttura immensa in cui sole, che splende nel cielo limpido, accende l’ocra delle colonne.
Ecco: per me il viaggio in Marocco ha il colore di quelle colonne.
Quale sarà il colore del prossimo viaggio?