L’imitazione è la più sincera forma di adulazione.

Oggi, mentre percorrevo il centro di Milano con i miei ragazzi sotto la pioggia battente, mi veniva da pensare a come dovesse essere affascinante vivere in città durante il Rinascimento, con i grandi edifici in costruzione, con Leonardo che divideva il suo tempo tra la sua vigna e il lavoro al Cenacolo, tra l’organizzazione di una festa in grande stile e le passeggiate lungo l’Adda.

La Milano di Ludovico il Moro doveva essere una città vivace, ricca,  e alla moda dove si respirava una atmosfera di ispirazione artistica, di potenza economica e di bellezza.

Immagino i visitatori del refettorio di Santa Maria delle Grazie, la chiesa scelta dal Moro per celebrare i fasti degli Sforza, appena completata dal Bramante, incantati davanti al grande dipinto, un po’ come lo erano oggi i miei ragazzi.

Il Cenacolo fu fonte di ispirazione anche per i pittori che operavano in quegli anni in città, come Aurelio e Giovan Pietro Luini che, nel decorare la cappella della deposizione di Cristo dalla croce nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, dovevano avere sott’occhio le figure leonardesche.

In fondo l’imitazione è davvero la più sincera forma di adulazione.

Milano - Cenacolo

Milano - San Maurizio al Monastero Maggiore

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