L’ho letto su Facebook.

C’erano una volta i giornali (o al massimo la radio) fonti di notizie da leggere, commentare in famiglia o al bar, i giornali che formavano “l’opinione pubblica”.

“L’ho letto sul giornale” era una specie di garanzia anche perchè, di alcune testate più celebri, si conosceva la competenza del direttore e lo scrupolo nella ricerca delle notizie da parte di giornalisti diventati celebri per le loro inchieste.

Poi la televisione, e in seguito le televisioni, ha preso il posto del giornale, le notizie hanno iniziato ad entrare nelle nostre case all’ora di cena e poi a tutte le ore, ma il moltiplicarsi delle informazioni non sempre ha contribuito alla completezza delle stesse e talvolta la corsa allo scoop, al sensazionalismo, è andata a scapito della serietà e del controllo delle fonti.

“L’ha detto il Telegiornale” lasciava qualche ombra di dubbio.

Poi è arrivata la rete e nella rete i social network e soprattutto Facebook e le informazioni si sono moltiplicate in modo esponenziale, senza più alcun controllo sulle fonti, sulla loro  veridicità, e ogni giorno leggiamo centinaia di notizie molte delle quali sono al gusto di “bufala”.

Se una notizia, vera o falsa che sia, poco importa, rimbalza condivisa da una pagina all’altra e riceve una miriade di like o di commenti (spesso deliranti) sembra diventare automaticamente vera.

Oggi, per strada, ho incontrato un gruppetto di persone che discuteva animatamente e, al culmine della discussione, uno degli interlocutori ha giocato il jolly: “L’ho letto su Facebook” ha esclamato trionfante.

Amen

radio

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