Per fare uno spillo.

L’economista Adam Smith, nella seconda metà del ‘700, spiegava che per produrre uno spillo era necessario suddividere il lavoro in diciotto operazioni distinte e che, per razionalizzare la produzione, era indispensabile che ogni lavoratore svolgesse una e una sola di quelle operazioni, semplici e ripetitive, delineando così il passaggio dal sistema artigianale a quello industriale.

I ragazzi, un po’ increduli, leggono il testo dello studioso scozzese e fanno fatica a capire come mai siano necessarie tante piccole operazioni per produrre un oggetto così minuscolo come uno spillo, quello che capiscono abbastanza in fretta invece è come muti velocemente la qualità del lavoro e quanto possa essere noioso e difficile ripetere per molte ore gli stessi gesti.

Leggono, fanno domande, si danno risposte, ma la loro prospettiva è diversa dal profitto, a loro interessano di più la qualità del lavoro e il benessere degli operai dimostrando così di avere una visione un po’ ingenua e “buonista” del mondo del lavoro e del mondo in generale.

Lascio che sia la storia ad insegnare loro che il mondo non è perfetto, ma mi piace che ancora per un po’ di tempo si cullino nell’utopia.

Crespi d'Adda (visita notturna)

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