Il mio primo viaggio a Roma.

Un pomeriggio di tantissimi anni fa, dopo una giornata di lavoro e pochissimo riposo, mio padre si mise alla guida della mitica 600 alla volta della Capitale, dopo aver imbarcato la famigliola, una borsa con il cambio di biancheria e un’altra con i generi di conforto (thermos con il caffè, bottiglie d’acqua rigorosamente del rubinetto e un po’ di panini assortiti).

Ero una ragazzina (avevo forse quattordici anni) e ricordo a tratti il viaggio di notte lungo l’Autostrada del Sole che allora, forse, non era neppure completa nella tratta tra Milano e Roma, non ricordo esattamente che mese fosse, ma, a giudicare dai banchi di nebbia e dai cappotti con i quali eravamo abbigliati nelle poche fotografie testimoni del viaggio, doveva essere inverno.

Il viaggio in realtà non fu una vacanza, ma doveva essere l’occasione, per mio padre, di incontrare dei vecchi amici.

Quando era prigioniero di guerra in Sudafrica era stato accolto dalla famiglia di un pastore protestante che aveva tre figliole con le quali mio padre aveva fatto amicizia e, dopo tanti anni, avevano scritto per comunicarci che avrebbero fatto un viaggio negli Stati Uniti con scalo di qualche ora a Roma.

Per questo motivo andammo a Roma, per incontrare dei vecchi amici, per conoscere le loro famiglie, per riallacciare legami che la guerra aveva stretto e che la fine della guerra e il rimpatrio di mio padre avevano attenuato, ma non cancellato.

Arrivammo a Fiumicino che l’aereo era decollato da poco e la delusione fu enorme, ma eravamo a Roma e ne approfittammo per visitare la Città Eterna che non conoscevamo.

Fu triste non incontrare dei vecchi amici, ma Roma era bellissima e fu amore a prima vista.

Roma

 

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