Educazione spartana.

Quando ero bambina una delle frasi che mi sentivo ripetere spesso era “Non fare tante storie”, me la dicevano mamma e papà quando mi lamentavo per i troppi compiti, o perchè dovevo andare a letto presto, o se non mi piaceva il cibo che mi ritrovavo nel piatto, o se mi sbucciavo un ginocchio cadendo sul selciato.

Mi volevano un bene dell’anima (come è naturale), ma non erano molto indulgenti, volevano che crescessi forte, responsabile e capace di affrontare le difficoltà, quelle piccole di allora e quelle più grandi che avrei potuto incontrare nella vita adulta.

La palestra che mi avrebbe permesso di rafforzare il mio carattere era la montagna, in estate con lunghe escursioni ad alta quota e in inverno con lo sci.

Mio padre mi portò a sciare per la prima volta che avevo circa cinque anni, avevo un’attrezzatura sommaria (che avrei ritrovato nei film di Fantozzi), lunghi e pesantissimi sci di legno con attacchi a molla, scarponi di cuoio (gli stessi delle escursioni estive), berretto e guanti confezionati dalla mamma e così bardati, fin dall’inizio di dicembre, partivamo ad ore antelucane per inerpicarci, con la mitica 600, su per le vallate prealpine dove, a quel tempo, la neve non mancava.

Salivamo in Valsassina o verso il passo della Presolana e non appena vedevamo un pendio adatto papà parcheggiava l’auto e cominciavamo a salire, a piedi, con gli sci in spalla: la salita richiedeva diversi minuti, la discesa qualche secondo (ho imparato presto a compiere ampie curve per farla durare di più).

Dopo qualche ora di questo esercizio ero infreddolita, avevo gli abiti umidi e una fame da lupo.

Allora smettevamo di sciare, mangiavamo i panini e la frutta (naturalmente surgelati) che ci aveva preparato la mamma, sistemavamo gli sci sul portapacchi e scendevamo a valle che già cominciava ad imbrunire.

Tornavo a casa stanca ed intirizzita, ma “non facevo storie” perchè avevo già capito che trascorrere la giornata in montagna, sulla neve, condividendo il tempo con mio padre era un grande privilegio.

Piani di Artavaggio - Marzo 2016

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.