Emozione e silenzio.

Poco più di un anno fa scrivevo del trasloco della Pietà Rondanini di Michelangelo dallo spazio espositivo, in verità un po’ sacrificato, dove era stata collocata per anni ad una nuova collocazione nel salone dell’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco.

Anche se ero molto curiosa di vedere il nuovo allestimento ho spettato, ho aspettato che passasse il prevedibile “pienone” di visitatori e di turisti (soprattutto in concomitanza con l’apertura di Expo) perché sapevo che, pian piano, l’interesse sarebbe scemato e l’opera immortale sarebbe stata visibile con più calma.

Oggi la mia attesa è stata premiata.

Sono entrata, in un pomeriggio un po’ uggioso di un giorno feriale, nel salone silenzioso, illuminato da un luce gradevole e là, in mezzo al grande vuoto, come sospesa in aria, la scultura di Michelangelo è apparsa in tutta la sua bellezza, con tutta la sua carica di emozioni intatta.

Mi sono seduta in contemplazione e mi sono resa conto che non c’è giorno più adatto di quello della commemorazione dei defunti per restare in solitudine, in silenzio, davanti a questo simbolo dell’umana sofferenza, davanti ad un’opera che racconta il dolore, la tristezza, la morte con tutta la forza che solo le mani di Michelangelo sanno trasmettere al marmo.

Nel silenzio ho trovato dentro di me quel dolore, quella sofferenza e il conforto della preghiera e la consolazione della bellezza.

Milano - Pietà Rondanini
 

 

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