Una cartolina da Rabat.

Prima di passare la porta delle mura della Qasba di Rabat si costeggia l’Oceano, lungo una via molto trafficata, e  un vasto cimitero, il “Giardino dei silenziosi” come lo definisce con una espressione poetica e gentile la nostra guida.

Poi si passa la porta e ci si trova proiettati in un altro mondo, fatto di stradine con case bianche e azzurre che ricordano altri luoghi del Mediterraneo, quasi a simboleggiare il fatto che noi che ci affacciamo su questo mare abbiamo veramente molte cose in comune.

Si passeggia per le viuzze ombrose e un po’ scoscese, con un occhio attento a dove si mettono i piedi, e l’altro pronto a cogliere scorci da cartolina, con quei muri bianchi che si stagliano contro il blu del cielo, e gli angoli fioriti, e le porte decorate e un gattino acciambellato su una soglia.

Sembra quasi di stare in un set cinematografico, ma i suoni e i profumi che sfuggono dalle finestre socchiuse ci parlano di una quieta quotidianità che nulla ha a che fare con le cartoline e allora magari si abbassa la voce, si rallenta il passo, si frena la curiosità che ci spingerebbe a scrutare negli androni ombrosi.

E passeggiare è piacevole, quasi come aggirarsi in una fiaba.

Marocco -  Rabat
 

1 pensiero su “Una cartolina da Rabat.

  1. Aigle

    È sempre un piacere leggerti!…I tuoi testi, brani (non so definirli…) sono descrizione, narrazione, argomentazione e, a volte, poesia: sono affascinata dalla tua scrittura.

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