Silenzio in biblioteca.

Le biblioteche  sono,  per definizione, il  regno del silenzio perchè solo il silenzio permette la  concentrazione, la lettura, lo studio.

Per anni, durante l’elaborazione della mia tesi, ho frequentato l’Ambrosiana (oltre alla biblioteca della facoltà) e ricordo quel silenzio ovattato, quei passi leggeri, il crepitio della pagina di un testo antico, in pergamena, che attira occhiate infastidite da parte degli altri studiosi e l’impressione che persino i respiri venissero in qualche modo attutiti.

C”era un’atmosfera da scriptorium medievale, trattenuta e austera, che conciliava lo studio.

Le biblioteche sono il regno del silenzio, ma non questa mattina quando ho accompagnato i miei ragazzini di prima media per un’attività (fortunatamente con la biblioteca chiusa al pubblico) di approccio all’uso del catalogo e al lavoro di ricerca di informazioni su quei misteriosi oggetti che sono i libri.

La bibliotecaria, per appassionare i ragazzi, aveva organizzato una sorta di caccia al tesoro e i miei pargoli si sono subito scatenati, correndo per le sale, sfogliando libri, consultando il catalogo sul computer, lanciandosi da un capo all’altro degli scaffali suggerimenti e consigli con una voce udibile ad alcuni chilometri di distanza.

Decisamente non c’era silenzio, ma i ragazzi hanno lavorato velocemente, con entusiasmo, mettendoci impegno (come spesso fanno quando si entusiasmano) e in brevissimo tempo hanno raccolto le informazioni richieste.

Per ora hanno imparato come funziona una biblioteca, per imparare il silenzio ci stiamo attrezzando.

cavenago scaffale biblioteca

 

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