Le belle famiglie di una volta.

Si scatena la polemica contro “Kung fu Panda” colpevole di instillare la teoria “gender” nelle menti indifese dei nostri bambini: il Panda Po, infatti, avrebbe un padre adottivo che lo alleva da solo in mancanza della madre morta  per salvarlo, ma scopre, nello svolgimento della storia, di avere “anche” un padre biologico e si sa il fatto di avere due padri non va giù a molti.

E’ una triste storia, quella del Panda Po, ma tutt’altro che inaudita.

Altre storie, ben più vicine al nostro immaginario collettivo, andrebbero indagate attentamente e, nel caso, severamente censurate.

Vogliamo, una buona volta, squarciare il velo dell’omertà sulla famiglia di Paperino?

Paperino, o per l’esattezza “zio Paperino”,  ha tre nipoti che alleva più o meno amorevolmente nella propria casa , tre gemelli evidentemente omozigoti che si differenziano solo per il colore degli indumenti e rispondono ai nomi di Qui, Quo e Qua.

Anche nella famiglia dei paperi non esiste una madre anche se, a onor del vero, la madre nell’albero genealogico c’è e sarebbe una certa Della, sorella di Paperino, che avrebbe affidato i figli al fratello dopo che questi, mettendo un petardo sotto la poltrona del padre biologico, lo avrebbero ferito in maniera tanto grave da costringerlo ad un lungo periodo di degenza ospedaliera (vista la gravità dei fatti il condizionale è d’obbligo).

Sta di fatto che la madre è scomparsa dalle storie, quasi si trattasse di un caso di “utero” (pardon, di uova) in affitto.

I tre gemellini sono cresciuti (non troppo per la verità) allevati da uno zio e dal “Manuale delle Giovani Marmotte” in un universo quasi prevalentemente maschile, se non fosse per “zia” Paperina (l’eterna fidanzata di Paperino), più attenta  agli abiti e ai picnic che alla loro educazione, e per nonna Papera (in che senso “nonna” ? E’ la nonna di Paperino, ma anche di Qui Quo e Qua e persino zio Paperone la chiama “nonna”) che, per forza di cose, deve essere centenaria e poi deve occuparsi a tempo pieno della fattoria, delle torte e di Ciccio che certamente un’aquila non è.

E dire che questa famiglia, che definire strana è dir poco, viene raccontata ai nostri bambini fin dal lontano 1937.

Forse è il caso di prendere provvedimenti.

Cavenago Le foppe
 

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