Archeologia industriale.

La manifestazione “Ville aperte in Brianza 2015” quest’anno mi ha offerto l’occasione di visitare la “Centrale idroelettrica Esterle” che sorge nella frazione di Porto d’Adda, sulla riva destra del fiume.

La centrale è stata costruita nei primi anni del ‘900 dalla società Edison ed è ancora in esercizio: le grandi turbine sono mosse dall’acqua dell’Adda che viene captata a monte, nei pressi di Paderno, e incanalata in una condotta sotterranea della lunghezza di quasi cinque chilometri.

La centrale colpisce non solo per le caratteristiche tecniche e per le soluzioni ingegneristiche, ma soprattutto per il suo aspetto che è quello di una grande “villa di delizia” di inizio secolo, costruita in stile eclettico, con mattoni a vista e ceppo dell’Adda, decorazioni in cotto, disegni a sgraffio estremamente eleganti,  grandi finestre a sesto acuto, lampioni e ringhiere in ferro battuto di gusto liberty, colonne dai capitelli romani e loggette che ingentiliscono e alleggeriscono la parte superiore dell’edificio.

Si tratta di un raro esempio di archeologia industriale che racconta come, all’inizio del ‘900, l’attenzione per l’utilità e la funzionalità degli edifici industriali non trascurasse mai la loro bellezza e l’inserimento armonioso nell’ambiente circostante, così come avviene per la “Centrale Taccani” di Trezzo sull’Adda o per il villaggio operaio di Crespi d’Adda.

Insomma la Centrale Esterle è antica, potente, efficiente, ma, soprattutto è una gioia per gli occhi.

Cornate d'Adda - Centrale Esterle

 

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