Metropoli e metropolitane.

Nei tre giorni passati a Istanbul ci siamo mossi soprattutto con il pullman o a piedi, in un’area limitata intorno al Corno d’Oro, trascurando allegramente la parte asiatica della città, d’altra parte una città così vasta impone al viaggiatore, che ha poco tempo a disposizione, di operare delle scelte drastiche.

Una sera, tuttavia, uno sparuto gruppetto ha deciso di avventurarsi in metropolitana per fare quattro passi nella zona di piazza Taksim.

Individuata la stazione vicina al nostro albergo abbiamo sceso diverse rampe di scala mobile fino ad arrivare ai tornelli dove un poliziotto gentilissimo ci ha aiutato ad acquistare una tessera per trenta corse che ci ha permesso di effettuare andata e ritorno.

Che dire?

La metropolitana, per il poco che ho potuto vedere, è pulitissima, senza una scritta, senza una cartaccia per terra, tutte le indicazioni (diconsi tutte) sono in turco e in inglese e, soprattutto, sono molto chiare.

Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata il fatto che, una volta saliti sul vagone, gli adolescenti e i giovani, stravaccati sui sedili e con la musica a palla nelle orecchie esattamente come i nostri, sono scattati in piedi per cederci il posto.

E’ una gentilezza alla quale non sono più abituata da tempo immemorabile.

Istanbul

 

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