Oh Capitano, mio Capitano.

Ho cominciato ad amarlo tanti anni fa quando la televisione italiana cominciò a trasmettere i telefilm in cui  interpretava lo stralunato alieno Mork con il suo “na-no na-no”.

Ho imparato che una guerra si può guardare con occhi diversi  dopo aver visto “Good Morning Vietnam

Mi sono commossa fino alle lacrime nel vederlo interpretare un padre che si traveste da vecchia tata (decisamente bruttina) per stare accanto ai propri figli in “Mr. Doubtfire“.

Ma soprattutto Robin Williams, per me, è il professor Keating in uno dei film che amo di più, “L’attimo fuggente“: è il “Capitano, mio Capitano”.

Quante volte ho pensato che molte scelte del mio essere insegnante provengono proprio dall’invito a salire in piedi sulla cattedra per cambiare punto di vista, dal gettare il libro nel cestino per costruire un percorso di conoscenza insieme ai ragazzi.

Ora che l’attore Robin Williams è morto so che mi mancherà, mi mancheranno le storie da lui raccontate, storie in cui il sorriso si mischiava spesso con le lacrime e con la riflessione.

Mi mancheranno soprattutto le altre storie che la sua maturità ci avrebbe regalato.

Cavenago

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