Mi piace molto il lavoro di Mario Botta, l’architetto svizzero artefice del Mart di Rovereto, della ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano e di numerosi edifici in mattoni rossi dalle linee sorprendenti.
Alcune sue chiese dalla forma inusuale possono lasciare perplessi coloro che sono abituati a edifici più tradizionali e, in qualche modo, più riconoscibili, ma, visitandole, si ha l’impressione di una ricerca di soluzioni non banali e di un “racconto”.
Una delle chiese, a mio avviso, più particolari si trova all’arrivo della funivia del Monte Tamaro, vicino a Lugano e così ieri, dopo aver attraversato il lago con il traghetto ed essere passati dalla valle cara a Fogazzaro (e a Brunella Gasperini), ci siamo affidati ad una piccola traballante cabinovia per andare a vedere quest’opera così particolare.
Inutile dire che ho trovato la chiesetta, sospesa fra cielo e terra, affacciata su un panorama stupendo, così diversa dal contesto di alpeggi, mucche e laghetti, particolarmente emozionante.
Dopo la visita all’edificio ci siamo dedicati a più consuete attività turistiche come un pranzo sostanzioso in rifugio e una passeggiata per l’alpeggio.