Archivio mensile:Luglio 2013

Niente di personale.

Di solito quando qualcuno ti fa una “carognata” se ne esce bel bello con questa frase che scatena in me i peggiori istinti.

Il significato sotteso è, più o meno: “non ce l’ho con te, ma lo faccio per principio, perché la vita funziona così, perché è nel mio interesse, se le mie azioni ti danneggiano sappi che non ho messo te (in quanto te) nel mirino… l’avrei fatto con chiunque”.

E questo dovrebbe bastarmi?

Dovrei rassegnarmi all’idea che un sopruso, una prepotenza, un’ingiustizia non sono più tali se commessi in modo “impersonale”?

Ma io sono una persona, perbacco, e tutto ciò che mi tocca è “personale”.

Se per salvaguardare il tuo orticello mi impedisci di esercitare un mio diritto è un fatto personale.

Se attacchi ingiustamente la mia persona in nome di un principio o di un’opinione, se mi attacchi per il ruolo che ricopro e non per i miei comportamenti, è un fatto personale.

Continua pure a comportarti così, ma almeno non nasconderti dietro a miserande giustificazioni.

Forse per te non sarà personale, ma per gli altri potrebbe esserlo.

Ingloriosa fine dei buoni propositi.

Ogni anno parto per le vacanze armata dei migliori propositi: prometto a me stessa che mangerò solo cibi sani e leggeri, che cercherò di tenere sotto controllo il colesterolo,  che andrò a letto presto, che cercherò di riposare e che, in poche parole tornerò dalle vacanze in  forma smagliante.

Poi, quando arrivo quassù, dopo pochissimi giorni comincio a rendermi conto che in questa valle, dove i formaggi sono superbi e variegati, controllare il colesterolo è un’impresa titanica che, ovviamente, non ho le forze di affrontare.

Chi può resistere ad una taragna filante e fumante?

Quanto all’andare a letto presto che dire di tutti i vecchi film che non ho mai avuto il tempo di vedere (e che vanno in onda in seconda serata) e di tutti i libri che di solito non riesco a leggere, perchè sono una lettrice notturna e, il giorno dopo, a scuola mi tocca la prima ora?

E così, dopo meno di una settimana, i buoni propositi naufragano miseramente: in fondo per una vita morigerata c’è tutto l’anno scolastico.

Cornello dei Tasso
 

Le storie e la Storia.

Provo sempre stupore nel constatare la grande ricchezza del nostro Paese, nel quale ogni borgo, anche piccolo, anche fuori mano racconta le storie che si intrecciano con la storia (quella con la esse maiuscola) e la compongono, la arricchiscono come un immenso affresco che via via si definisce e si precisa.

Oggi abbiamo visitato Cornello dei Tasso (una frazione antichissima del comune di Camerata Cornello), il piccolo borgo dove, per iniziativa di un fantasioso imprenditore (imparentato con il più celebre Torquato Tasso) nel XIII secolo è nato il servizio postale.

Il minuscolo abitato conobbe tempi di grande fortuna quando passava di lì la “Via Mercatorum“, che nel paese percorreva un tratto coperto, poi, con la costruzione della via Priula a fondovalle, il paese restò tagliato fuori dal traffico di uomini e merci.

Probabilmente il suo isolamento è stata la sua fortuna infatti, ancora oggi, il paese è raggiungibile solo a piedi e conserva intatto il suo fascino antico e silenzioso: camminando sul selciato e sotto le volte della via coperta si respira la storia che è scivolata tra quei muri e ha lasciato i suoi racconti fra le antiche pietre.

Cornello dei Tasso è un altro dei piccoli borghi (quanti ce ne sono in Italia!) che meritano una visita.

Cornello dei Tasso

Morterone.

Morterone è un paese microscopico che conta una trentina di abitanti, situato in una vallata verdissima ai piedi del Resegone è raggiungibile con una strada tortuosa che si inerpica sulla montagna per una quindicina di chilometri.

Non è facile raggiungere l’abitato, ma il panorama stupendo e  la pace del luogo valgono il viaggio.

Morterone ha anche un’altra caratteristica che lo rende unico: dagli anni ottanta è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto che si arricchisce ogni anno di nuove opere d’arte.

Le istallazioni, le sculture occhieggiano tra gli edifici del borgo, dialogano con i pascoli e con le montagne, la gente del paese le sfiora come presenze amiche che fanno parte integrante del paesaggio.

E’ piacevole passeggiare per le stradine come in una particolare caccia al tesoro.

Morterone

 

Gesti.

Un pontefice che sale la scaletta dell’aereo portandosi una cartella da vecchio professore o che si china a raccogliere la borsetta di una fedele.

Il duca di Cambridge (secondo in linea di successione al trono inglese) che, in maniche di camicia, sistema il seggiolino del figlioletto neonato sul sedile posteriore dell’auto poi si siede al volante, allaccia la cintura e parte.

Si dirà che sono gesti normali, ma se le persone che li compiono non sono persone “normali” allora forse è il segno che qualcosa sta mutando.

Forse si tratta di gesti studiati, ma hanno tutta la freschezza della spontaneità e per questo stupiscono, per la oro inusuale “normalità”.

Libri digitali.

Pare che l’introduzione dei libri digitali (prevista inizialmente per il settembre 2013 e poi rimandata  all’anno successivo) non sarà obbligatoria neppure nel 2014.

E intanto?

Intanto, decreto o non decreto, commissioni o non commissioni, ministri o non ministri, il mondo va avanti e la scuola si adegua come può e come sa.

Nel nostro istituto, dove praticamente c’è una Lim in ogni classe, ormai da diversi anni alcunii libri di testo tradizionali (soprattutto antologie e grammatiche) sono stati sostituiti da materiali più snelli, costruiti insieme ai ragazzi, condivisi online, si usano giornali, riviste, filmati, repertori di immagini, documenti originali, si costruiscono percorsi personalizzati ed è evidente che il libro di testo rischia di diventare un limite piuttosto che un sussidio.

Comprendo le esigenze degli editori, ma la scuola attuale, alle prese con bambini stranieri, dsa, bes (e chi più ne ha più ne metta) deve poter utilizzare strumenti flessibili (anche più flessibili della banale digitalizzazione di un libro di testo cartaceo) per garantire a tutti il diritto all’apprendimento, affinché la scuola italiana diventi una scuola veramente inclusiva.

Un po’ di sano snobismo.

Siamo uno strano popolo: guardiamo alla nascita del Royal Baby (come poco più di un anno fa al Royal wedding) con disinteresse, fastidio, compiaciuta indifferenza eppure le pagine online che riportano la notizia sono cliccatissime e commentatissime .

Beninteso i commenti sono quasi tutti del tenore “ecchissenefrega”, ma ci sono, sono numerosissimi, motivati, articolati puntualmente.

E’ legittimo che i cittadini italiani (cittadini di una Repubblica) non manifestino interesse per la nascita di un futuro re, direi che è normale, ma è un buffo disinteresse quello affamato di notizie, è una strana indifferenza quella che spinge a commentare (logicamente in modo negativo).

Personalmente la tradizione monarchica inglese, con le sue liturgie un po’ anacronistiche, mi affascina e mi piace cercare di capire i sentimenti di un popolo così diverso da noi, ma pur così vicino.

Personalmente provo la normale gioia per una coppia di giovani genitori e per una nuova vita che viene al mondo, ma non manderò telegrammi di felicitazioni, non leggerò tutte le notizie sui giornali, e soprattutto non posterò commenti online (entusiasti o acidi che siano) perchè si tratta di un evento che mi sfiora solo marginalmente.

Continuare a lamentarsi per come l’informazione italiana tratta la notizia mi sembra un po’ stucchevole e decisamente snob.

Se una notizia non interessa o infastidisce basta non leggerla (semplice no?).

Monte Tamaro.

Mi piace molto il lavoro di Mario Botta, l’architetto svizzero artefice del Mart di Rovereto, della ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano e di numerosi edifici in mattoni rossi dalle linee sorprendenti.

Alcune sue chiese dalla forma inusuale possono lasciare perplessi coloro che sono abituati a edifici più tradizionali e, in qualche modo, più riconoscibili, ma, visitandole, si ha l’impressione di una ricerca di soluzioni non banali e di un “racconto”.

Una delle chiese, a mio avviso, più particolari si trova all’arrivo della funivia del Monte Tamaro, vicino a Lugano e così ieri, dopo aver attraversato il lago con il traghetto ed essere passati dalla valle cara a Fogazzaro (e a Brunella Gasperini), ci siamo affidati ad una piccola traballante cabinovia per andare a vedere quest’opera così particolare.

Inutile dire che ho trovato la chiesetta, sospesa fra cielo e terra, affacciata su un panorama stupendo, così diversa dal contesto di alpeggi, mucche e laghetti, particolarmente emozionante.

Dopo la visita all’edificio ci siamo dedicati a più consuete attività turistiche come un pranzo sostanzioso in rifugio e una passeggiata per l’alpeggio.

Monte Tamaro - La Chiesa
 

Manipoli e coorti.

La riforma del”esercito romano attuata da Gaio Mario, oltre a introdurre un nuovo sistema di reclutamento, sostituì i manipoli (che erano stati usati nelle guerre Sannitiche) con le coorti  (utilizzate per la prima volta da Scipione l’Africano) più compatte e adatte alle battaglie campali.

Qualcuno si chiederà perché mai mi sia impegolata in questa (noiosa?) disquisizione sulle formazioni militari dell’antica Roma, in realtà il motivo è semplice: sono stufa di sentir cantare “stringiamoci a corte” quando qualcuno intona l’inno nazionale (quello che tutti noi che ci diciamo italiani dovremmo conoscere).

Mi chiedo di che “corte” si tratti, forse di quella in trepida attesa del royal baby? Forse di quella dei Savoia? E poi perché mai dovremmo stringerci a corte?

Il testo scritto da Goffredo Mameli recita “stringiamci a coorte” che farà un po’ vintage, ma almeno ha un senso.

Piantiamola di storpiare il “Canto degli Italiani