Ieri sera, insofferente all’ennesima partita di calcio alla televisione (ma quante partite si giocano in questo paese?), innervosita da una giornata uggiosa passata tra le faccende domestiche e un po’ di sana lettura, ho deciso di andare al cinema per vedere il film candidato a ben dieci oscar.
A dir la verità ho dovuto sopportare gli alti lai di mio figlio che magnificava la versione in lingua originale e che non ha brontolato per tutta la durata del film per pura cortesia.
Effettivamente un film basato tutto sulle difficoltà di eloquio del re Giorgio VI e sul rapporto con il suo logopedista avrebbe richiesto la visione in lingua inglese, ma, almeno per la prima volta, non me la sono sentita di beccarmi due ore abbondanti di sottotitoli (la mia conoscenza della lingua non mi consente di assistere ad una proiezione del genere senza qualche patema).
Lamenti del figlio a parte il film mi è piaciuto parecchio e mi hanno particolarmente emozionato le immagini del popolo inglese raccolto intorno alla radio mentre il sovrano pronuncia il discorso dell’entrata in guerra contro la Germania.
L’interpretazione di Colin Firth mi è sembrata di altissimo livello (da oscar appunto) così come quella di Geoffrey Rush, molto credibile nella parte del logopedista.