Archivio mensile:Aprile 2010

Tetti rossi.

Quando ero piccola non avevo particolari propensioni per il disegno (non è che crescendo le mie qualità artistiche siano migliorate in modo rilevante), se mi davano carta e matite colorate per tenermi tranquilla invariabilmente mi producevo sempre nello stesso tipo di paesaggio: una fila di casette piene di finestre con i muri dalle tinte pastello (giustamente coloravo le pareti con dei pastelli) e i tetti spioventi rossi rossi dai quali spuntava un alto camino.

Crescendo ho sempre pensato che edifici simili non esistessero se non nella mia (scarsa) fantasia di artista in erba fino a quando, all’inizio di marzo, sono tornata a Praga (in gita scolastica) e, per la prima volta, mi sono avventurata in cima alla torre dell’orologio astronomico che sovrasta la città vecchia.

Quale non è stata la mia sopresa nello scoprire che Praga è proprio così: un agglomerato di casette dalle tinte tenui, con tante finestre e i tetti rossi punteggiati di alti comignoli.

Ecco perchè adoro la città d’oro, perchè è sempre stata lì, nascosta nella mia immaginazione e io non lo sapevo.

Praga

Vandalismo criminale.

Non si può definire in altro modo il gesto di chi, forse non sapendo come festeggiare il raggiungimento di un traguardo sportivo che esalta Milano e tutti gli appassionati di calcio, ha imbrattato il simbolo stesso della città.

Avevo già in passato stigmatizzato gesti simili, compiuti da tifosi della mia squadra del cuore, ma toccare il Duomo mi sembra veramente un atto che va al di là dell’immaginabile.

Spero che i colpevoli vengano individuati e puniti in modo esemplare.

Duomo di Milano Abside

Tutti promossi, tutti bocciati.

Non ci sono alternative, almeno stando alla lettera indirizzata al ministro competente da un preside che si rifiuta di percorrere la “facile” soluzione di far pagare i corsi di recupero estivi alle famiglie.

Tutti promossi, con il sei politico, perchè non ci sono i fondi per organizzare i corsi o tutti bocciati, per lo stesso motivo: questo è lo scenario che si prospetta a molti dirigenti scolastici.

Non capiscono, questi dirigenti, che finalmente si è tornati alla scuola del rigore nella quale i corsi di recupero non sono neanche previsti o prevedibili, la scuola nella quale gli studenti studiano senza tante distrazioni, la scuola nella quale i ragazzi non hanno bisogno di colmare le lacune per il semplice motivo che le lacune non si creano neppure.

Nel caso remoto che qualcuno si trovasse in difficoltà o nella necessità di recuperare ci sono sempre le buone, vecchie, care ripetizioni private…logicamente a carico delle famiglie.

Solo un po’ di noia.

Me ne sto chiusa in casa, costretta ad un riposo forzato dal mio oculista che mi ha proibito categoricamente di tornare a scuola, passo le giornate a bighellonare tra il divano (dove stramazzo esausta dal troppo far nulla) alla cucina dove mi diletto a saccheggiare il frigorifero (con buona pace del giro-vita)

Guardo pochissimo la televisione e ancor meno lo schermo del computer, non posso leggere, non posso fare sforzi, non posso neppure decidere di riordinar la casa, inalbero un paio di occhiali da sole stile diva anni cinquanta che tolgo solo per dormire (e qualche volta mi dimentico persino di farlo).

Decisamente questa non è la mia vita, non riesco a stare nella più assoluta e inutile inattività, qualche amica ha commentato “almeno ti riposi un po’”, ma comincio a temere che il troppo riposo possa farmi diventare più nevrotica di quel che sono normalmente.

Sembra incredibile, ma conto con ansia le ore che mi separano dal mio ritorno in classe.

E penso già con ansia all’intervento sul secondo occhio che dovrò affrontare verso la fine di meggio e all’inevitabile, noiosissima convalescenza.

Leggere non ha mai ammazzato nessuno.

Vorrei dare un piccolo consiglio al giovane consigliere comunale leghista della provincia di Bergamo che avrebbe pubblicato su Facebook immagini inneggianti al fascismo.

Vorrei invitarlo a dedicarsi ad una pratica assolutamente non pericolosa, per molti versi indolore e che, talora, può essere anche utile e persino gratificante: vorrei invitarlo a leggere un buon libro di storia.

Se lo facesse potrebbe scoprire che se durante il periodo storico che tanto ammira avesse parlato di secessione, avesse irriso Roma o avesse promesso di dedicarsi a pratiche igieniche con l’utilizzo del vessillo nazionale probabilmente sarebbe stato inviato a riflettere in un “villaggio turistico” in qualche isoletta del Mediterraneo se non addirittura, nella peggiore delle ipotesi, in qualche poco amena località della Polonia o dell’Austria.

Come si può facilmente comprendere una buona lettura può essere persino salutare.

(aggiornamento qui)

Si fa presto a dire equo.

Viene definito “equo compenso” il nuovo, fantasioso balzello che va a gravare sui costi di tutti, ma proprio tutti, i dispositivi di archiviazione dei dati, con il quale si intende “risarcire” preventivamente i danni provocati da ogni “possibile” violazione del diritto d’autore.

A parte il fatto che ciascuno di noi, per il solo fatto di acquistare un pc, un lettore mp3, un cd e quant’altro, viene  automaticamente “presunto colpevole” senza possibilità di difesa (…e questo fatto già mi fa imbufalire), ho l’impressione che non si tenga minimamente conto del fatto che, magari, un cittadino possa limitarsi ad archiviare le proprie foto, i propri documenti, i file prodotti da lui grazie alla propria creatività.

Nella mia classe c’è una LIM e io ho l’insana abitudine di archiviare le “mie” lezioni” e i “miei” appunti e poi di passarli ai “miei” allievi che li memorizzano sulle chiavette di cui si sono prontamente muniti.

Non riesco a capire cosa ci sia di “equo” nel risarcire la SIAE per il solo fatto di produrre delle lezioni e di condividerle con i naturali destinatari.

llim

Le origini.

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »

(Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla
Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955)

Ci avevano detto…

Ricordate, praticamente una vita fa, il giorno dopo le elezioni regionali del lontano marzo 2010, i peana  intonati da ciascuno per celebrare la vittoria (propria) e la sconfitta (altrui), ricordate quel momento felice?

Se lo ricordate, ricorderete la frase, ripetuta come un mantra, “Ora ci aspettano tre anni senza campagne elettorali per fare le riforme”.

A parte il fatto che ci si era dimenticati di trascurabili dettagli come le elezioni comunali di una città delle dimensioni e della rilevanza di Milano, ma queste sono quisquilie e pinzillacchere, quello che mi fa leggermente inquietare è che ci si è dimenticati di tutto e ora si parla, sempre più insistentemente, di elezioni anticipate.

Si vede che le “Riforme” non erano poi così urgenti.

Italiano e no.

Si propone l’esame di lingua italiana per gli stranieri che vogliono aprire un esercizio commerciale nel nostro Paese, immagino si tratti di una prova scritta e di una prova orale, visto che, a voler ben guardare, il nostro idioma qualche discrepanza tra grafia e pronuncia la presenta.

Non ho quasi nulla in contrario a patto che, in nome dell’uguaglianza tra i cittadini che è il fondamento della nostra convivenza civile, alla stessa prova siano sottoposti anche gli autoctoni.

Penso che si scoprirà, non senza qualche stupore, che l’italiano è territorio incognito anche per molti che, in questo Paese, sono nati e vivono da sempre.

Cosa mi sono persa.

Riaccendo il computer dopo un paio di giorni di buio e silenzio, posso leggere ancora a fatica e non intendo forzare troppo il mio occhio finalmente ritornato “buono” così do un’occhiata veloce alle notizie che mi sono sfuggite a causa della mia forzata inattività.

Apprendo con piacere che il Presidente Fini ha scoperto che stretti familiari” del Premier controllano alcuni organi di stampa e, perciò, si potrebbe configurare una situazione al limite del conflitto di interessi (meglio tardi che mai).

Apprendo con un po’ di sgomento che un missionario, che opera in Congo, si è sentito in dovere di inviare un contributo finanziario per aiutare dei bimbi che vivono nella ricchissima Lombardia.

Apprendo con stupore che vocaboli degni della migliore tradizione portuale sono ormai entrati a pieno titolo nel linguaggio forbito dei nostri politici rampanti.

In fondo non mi sono persa molto….