Archivio mensile:Marzo 2010

La resistenza sottintesa.

Il quotidiano LaRepubblica denuncia che, nella stesura dei programmi di storia dell’ultimo anno dei Licei, non compare la Resistenza, mentre dal Ministero si commenta che, logicamente, nella frase “Formazione e tappe dell’Italia Repubblicana” la guerra di liberazione è sottintesa, anzi ne uscirebbe nobilitata e rafforzata proprio perchè considerata una tappa fondamentale della genesi della nostra Repubblica.

Sono andata a controllare sul sito de ministero, dove le indicazioni nazionali sono “in visione” per un mese, proprio allo scopo di permettere a tutti di leggerli e di muovere gli opportuni rilievi (anzi consiglio a tutti, già che ci siamo, di andarseli a leggere) e devo dire che è tutto vero: la parola “Resistenza” non compare.

Francamente non credo che ci sia stato qualche intento censorio o una sorta di “damnatio memoriae”, ma poichè le parole sono importanti ritengo che usarne qualcuna in più per definire un periodo nodale della nostra storia non sia comunque un male.

Alla faccia del partito dell’amore.

“Uno stupro” così Cicchitto avrebbe (e sottolineo “avrebbe”, tanto la cosa mi fa ribrezzo) definito la vittoria del PdL a Torino.

Continuo a sperare che una frase simile (riportata dal Corriere di oggi a pag.11) non sia mai stata pronunciata, perchè non ci sono veramente parole per definirla.

Come donna (di sinistra, di destra, di niente… poco importa), mi sento offesa e indignata.

Non è un’analisi.

Evidentemente sono un tipo incontentabile e non mi rendo conto di vivere in una regione all’avanguardia, motore dell’Europa, proiettata verso un radioso futuro.

Evidentemente a moltissimi piace questa sanità pubblica virtuosa e d’eccellenza, peccato che quando ho voluto fare  un’operazione con una tecnica meno invasiva ho dovuto sborsare tremila euro per non parlare dei costi delle visite specialistiche private che devo affrontare se voglio risolvere in fretta i problemi di salute.

Evidentemente a moltissimi piace questo territorio cementificato a dismisura, dall’aria irrespirabile, per non parlare dell’acqua.

Evidentemente a moltissimi piace viaggiare su treni superveloci (freccia di qua, freccia di là), peccato che ai pendolari non tocchi la stessa sorte.

Evidentemente a moltissimi piace questo sistema scolastico nel quale si tagliano i fondi all’istruzione pubblica, mentre si coccola il privato.

Evidentemente….

Ma altrettanto evidentemente la volontà del popolo è sovrana.

Commentatori politici.

Una volta (non so se sia ancora così) Piazza del Duomo e l’ottagono della galleria erano la sede più propizia per i talk show all’aperito, o alchiuso, a seconda della stagione.

Capitava spesse di imbattersi in gruppi di anziani signori che si appassionavano nella discussione sulle diverse posizioni politiche, sui punti programmatici dei vari schieramenti, sulle problematiche più scottanti di politica internazionale.

Passando vicino ai crocchi era possibile cogliere questo o quel discorso, questa o quella clamorosa affermazione e si aveva l’impressione che lì si decidessero le sorti del mondo e si trovasse la risposta definitiva alle eterne domande di pace e giustizia dell’umanità.

C’era passione, c’era interesse, c’era il desiderio di coinvolgimento, sentimenti velleitari e un po’ ingenui forse,sicuramente non c’era la disaffezione alla politica che si registra ai nostri tempi.

Milano

Orologi.

L’ora legale, entrata in vigore questa notte, ha, per quanto mi riguarda, almeno due aspetti negativi: uno consiste in un senso di fastidio e sonnolenza che mi accompagnerà fin quasi ad ottobre (non so che farci, ogni anno mi succede) l’altro nel gravosissimo compito di aggiornare tutti gli orologi.

A parte un paio di simpatici aggeggi che si connettono via radio non so con quale marchingegno e si aggiornano automaticamente di solito gli altri orologi di casa vanno messi in pari manualmente, da quello appeso in cucina che richiede l’uso della scala, agli orologi da polso, al display del forno elettrico, alla radiosveglia (che guai a dimenticarsela), eccetera eccetera.

Mio marito si limita a regolare il suo cronografo, altimetro, termometro, barometro (e chi più ne ha più ne metta) che richiede manovre complicate possibili solo grazie ad un libretto di istruzioni (delle dimensioni di una piccola Bibbia) che sparisce regolarmente in vista del passaggio all’ora legale (o solare).

Francamente non mi piace essere schiava degli orologi, preferirei farne a meno, ma non sempre è possibile.

Un paio d’anni fa, a causa di una irritazione al polso dovuta, credo, al cinturino, non ho portato l’orologio per alcuni mesi e ricordo quel periodo come un’oasi felice nel tempo: non sapevo mai con precisione che ora fosse, non mi affannavo a correre come una trottola, ogni tanto arrivavo in ritardo agli appuntamenti (ma non abbastanza per non aspettare comunque la persona con la quale l’avevo fissato) e vivevo nella beata inconsapevolezza del fluire del tempo.

Poi mi sono detta che così non si poteva continuare e ho rimesso al polso un piccolo orologio (così piccolo che quasi non si vedeva) e sono ricaduta nel vizio, ho ricominciato a correre.

Mi piacerebbe farne a meno, ma forse sarà possibile solo quando andrò in pensione.

Praga

Cattiveria.

Leggo la notizia che i giapponesi starebbero mettendo a punto un robot giornalista in grado di seguire un avvenimento, scattare fotografie, fare interviste e redigere un articolo di cronaca praticamente perfetto in pochi minuti.

L’unico difetto della macchina prodigiosa sarebbe quello di non riuscire ancora a pensare.

Che strano: avevo l’impressione che una macchina simile l’avessero già inventata da un pezzo.

Pubblicità millenarista.

Ho visto poco fa lo spot di una nota casa automobilistica italiana nel quale la voce di Chiambretti (vediamo se qualcuno indovina qual è la nota casa automobilistica italiana) recita: “Compri oggi paghi nel 2012”, strizzando l’occhio a quanti credono alle profezie catastrofiste del calendario Maya.

Se si comincia a pagare nel 2012 evidentemente la nota casa automobilistica di cui sopra non vedrà il becco di un quattrino.

Se si considera il numero esorbitante di persone disposte a credere alle bufale millenariste la pubblicità potrebbe anche fare centro.

Specchio delle mie brame.

Davanti all’ennesima battutaccia su un avversario politico, nella fattispecie Mercedes Bresso, battutaccia peraltro ripetuta altre volte e  indirizzata all’avversario politico di turno, mi sono soffermata a riflettere (trattandosi di specchi mi pare il minimo).

Non si tratta semplicemente di una battuta di spirito che, avendo avuto successo una volta, viene utilizzata in altre circostanze per riscuotere lo stesso successo, si tratta di qualcosa di più profondo.

Il nostro premier forse pensa che, ciascuno di noi, alla mattina, si guardi allo specchio per trovare nel proprio aspetto, possibilmente avvenente, le motivazioni per affrontare la giornata con ottimismo, ma non è così.

Forse bisognerebbe spiegargli che, per essere in pace con se stessi, per vedere crescere la propria autostima, non basta l’aspetto (a meno che sull’aspetto non si sia costruita la propria vita), ma è indispensabile la consapevolezza del proprio lavoro, della propria competenza, del proprio ruolo.

Anch’io mi guardo allo specchio ogni mattina e, essendo vicina ai sessant’anni, non vedo più la ragazzina graziosa di quarant’anni fa, anzi scopro ogni mattina una ruga nuova che, tuttavia, non mi ostino a nascondere, perchè so che dietro ad ogni ruga, dietro ad ogni segno del tempo c’è un percorso di esperienza e di consapevolezza che rappresenta la mia storia umana e professionale.

Caro Presidente, guardandomi allo specchio alla mattina io non mi rovino la giornata, anzi trovo la forza per affrontarla, e lei…?