Archivio mensile:Dicembre 2007

Pranzo in rifugio.

I Piani dei Resinelli sono una bellissima località sopra Lecco ai piedi della Grigna Meridionale, e’ un posto tranquillo, poco urbanizzato (se non si considera un grattacielo piuttosto mostruoso piantato lì a “far da palo nella vigna” nei favolosi anni sessanta), dove sono situati alcuni rifugi, costruiti per lo più all’inizio del secolo, quando si saliva a piedi quassù per sciare o per intraprendere epiche ascensioni alla vetta della Grignetta.

Oggi ai Piani sale una strada asfaltata piuttosto impervia e stretta che si alza in quota con quattordici impegnativi tornanti e i rifugi, pur mantenendo un aspetto ancora abbastanza spartano, sono diventati dei confortevoli ristoranti, dove assaggiare cibi legati alla tradizione.

Ieri siamo saliti al Rifugio Soldanella (un tempo Rifugio S.e.m. Cavalletti) costruito sotto i Torrioni Magnaghi nel 1899, che vanta il primato di essere il primo ricovero per escursionisti costruito nella zona,oggi è interamente ristrutturato e offre agli ospiti due splendide sale da pranzo con enormi vetrate sul panorama delle Prealpi e una cucina ricca di sapori stuzzicanti.

Le lasagne di grano saraceno con radicchio e taleggio hanno avuto il potere di riconciliarmi col mondo, ma anche i pizzoccheri, l’arrosto con spek e mele, il cinghiale, la torta alla crema d’arancia e la crema pasticcera ai frutti di bosco sono una vera poesia.

Si mangia con calma, riscaldati dal fuoco del camino, conversando in tranquillità, mentre lo sguardo si perde sulle montagne circostanti, coccolati dalla discrezione e dalla cortesia dei gestori.

Poi, se il tempo lo permette, si può passeggiare nei boschi e raggiungere il belvedere a picco sul lago e sulla pianura da dove, quando il cielo è limpido, si può ammirare il panorama delle Alpi.

E’ un’esperienza che, una volta ogni tanto, merita di essere vissuta.

rifugio soldanella

Progetti.

A poche ore dall’inizio del nuovo anno non ho voglia di stilare la solita lista dei buoni propositi (che, per quel poco che mi conosco, di solito non riesco a mantenere), ho intenzione però di pensare a qualche progetto.

Innanzitutto, tra gennaio ed aprile, mi aspettano alcuni mesi di lavori di ristrutturazione della nostra casa: è assolutamente necessario, infatti, adattare l’arredamento alle esigenze di mia madre, creare percorsi sicuri e possibilmente rettilinei, che le consentano di muoversi tranquillamente e, per quanto possibile, autonomamente.

Sempre nel mese di gennaio inizierò un corso di lettura e di dizione perché sento l’esigenza di migliorare le mie possibilità di comunicazione: ritengo che sia importante, nel mio lavoro, proporre ai ragazzi la lettura dei testi letterari in modo sempre più coinvolgente, magari facendo un po’ di “teatro” per catturare la loro attenzione.

Intendo anche dedicare un po’ di tempo a riordinare le audiocassette con le interviste agli anziani del paese ( possibilmente trasformandole in mp3) per poter archiviare in modo sicuro la mole di informazioni che sono riuscita a raccogliere.

Analogamente ho intenzione di svolgere altre interviste per approfondire alcuni aspetti relativi soprattutto alla scuola, al gioco, al lavoro minorile.

Naturalmente c’è anche il mio lavoro a scuola e a casa che occupa stabilmente la maggior parte del mio tempo, ma non intendo limitarmi solo a quello perché sento la necessità di dare spazio alla mia creatività e alla mia curiosità.

Mi rendo conto che mi aspetta un anno con molta carne al fuoco: è meglio che mi rimbocchi le maniche.

Inverno senza neve.

In questo pezzo d’Italia, sulle Prealpi Orobiche, il cielo è inesorabilmente terso, tutti guardano in su, nella speranza di scorgere qualche nube, è un intero mondo col naso all’aria composto da turisti in attesa di togliere gli sci dalla naftalina e da commercianti e operatori turistici del luogo che desiderano “salvare” la stagione.

C’è un po’ di neve artificiale “sparata” su alcune piste, ma anche l’occhio vuole la sua parte e la vista dei pendii e delle creste coperti da uno spesso strato di neve è impagabile.

Ieri sono salita in quota, il panorama è ampio e di una bellezza incredibile, le catene e le vette si susseguono fino all’orizzonte, velate di foschia che le rende quasi irreali e magiche, ma sono anche tristemente spoglie, coperte di erba arida, c’è un senso struggente di abbandono su queste montagne senza gente, dove il silenzio è denso e palpabile.

Cammino su spruzzi di neve ghiacciata, che resiste negli angoli in ombra, cammino senza sforzo perché fa freddo e non si sente la fatica della salita, mi soffermo ad osservare piccoli fiori secchi, abbarbicati alla roccia con un istinto di sopravvivenza disperato, poi quando arrivo in cima alla cresta si spalanca il panorama imponente di queste montagne silenziose.

Mi sento immersa nella luce abbagliante del sole: in fondo a me la montagna piace anche così.

panorama

Un altro anno.

Di solito, alla fine di dicembre, si traccia il bilancio dell’anno che sta per concludersi, tra domani e Capodanno televisioni e giornali riassumeranno gli eventi che hanno segnato questo 2007, come al solito, con una discreta dose di retorica.

Per me è stato un anno veloce, sarà che, con il passar degli anni, il tempo sembra scorrere più in fretta, ma mi sembra di aver festeggiato il Capodanno veramente da pochi mesi.

In quest’anno ho imparato a gestire una inquieta normalità, la malattia di mia madre, che l’ha resa cieca nel luglio del 2006,  mi ha costretta a fare i conti con una serie di problemi quotidiani di non facile soluzione, dopo essere usciti dalla fase dell’emergenza, si è trattato di abituarsi a gestire situazioni che si ripetono con una monotona difficoltà.

Ho imparato però a trovare aggiustamenti e soluzioni, ad organizzare il mio tempo in modo diverso, a riordinare le priorità secondo una scala di valori differente, certe volte mi sono sentita nervosa, impotente e frustrata, ma ho imparato anche a convivere, con una certa serenità, con una quotidianità in qualche modo sempre eccezionale.

E’ proprio vero che, a lungo andare, non esistono problemi che non si possono affrontare, si tratta solo di avere un po’ di pazienza e un po’ di ottimismo ed è proprio con un po’ di ottimismo che, tutto sommato, mi sento di guardare al nuovo anno.

Sono proprio curiosa di vedere come sarà il 2008.

In un freddo pomeriggio di fine dicembre.

Dopo le abbuffate natalizie finalmente ho trovato il tempo e la voglia di uscire di casa per camminare un po’ nel bosco, fa freddo e il cielo è velato da un sottile strato di nubi che impedisce al sole di riscaldare la valle, una spruzzata di brina impreziosisce le foglie secche che crepitano sotto i miei passi.

In paese c’è ancora poca gente, la mancanza di neve e la temperatura gelida tengono lontani i “vacanzieri”, bisogna amarle molto queste montagne per godere della loro bellezza semplicemente camminando a mezza costa, ammirando tutti i particolari del paesaggio che, nella stagione estiva, sono celati dalle chiome degli alberi.

Ogni tanto si leva uno stormo di uccelli neri che vola sopra gli alberi leggero, il sole tramonta presto dietro le creste e le ombre scivolano sulla valle, cammino verso casa veloce mentre i paesetti si accendono di mille luci.

La pace ha tutte le tonalità dell’azzurro in questa ora crepuscolare!

brina

Passata la festa…

Il giorno di Santo Stefano, almeno a casa mia, è consacrato agli avanzi che, a seconda di quanto è stata pantagruelica la tavola natalizia, possono essere decisamente abbondanti.

La cucina ricorda vagamente un campo di battaglia, anche se ho lavato tutti i piatti e riposto le stoviglie c’è comunque un’aria di disordine, gli attrezzi da lavoro sono tutti fuori posto, così, quando allungo la mano alla cieca per afferrare qualcosa, di solito brancolo nel vuoto: ci vorrà ancora qualche giorno prima che tutto ritorni dove deve essere.

Mentre lavo le tazze della prima colazione scruto il cielo dalla finestrina della cucina, dopo la giornata passata al calduccio tra abbuffate, musiche natalizie e film di stagione (come al solito “Tutti insieme appassionatamente, “Willy Wonka” e via dicendo), ho voglia di camminare un po’ in montagna, ma non mi va di farlo se il tempo non è sereno.

Non è sempre facile scrollarsi di dosso l’aria sonnolenta e un po’ pigra della festa.

Natale!

Buon Natale a tutti quelli che, in questi giorni di festeggiamenti e meritato riposo, passeranno di qui, magari dopo un pranzo abbondante, in quella sospensione del tempo tipica della giornata di festa.

Auguri a tutti quelli per i quali Natale è un giorno come tutti gli altri, un giorno di ordinaria tristezza e solitudine rese ancora più difficili da sopportare perchè intorno gli altri festeggiano.

Auguri a chi lavora anche oggi: i medici del pronto soccorso, i poliziotti, i carabinieri, i ferrovieri e tanti altri che, con il loro lavoro, permettono che la festa sia veramente festa.

Auguri anche a chi sta soffrendo per il dolore della perdita di una persona cara, per i quali il Natale è solo un’occasione in più per rendere il dolore più acerbo.

Auguri a tutti, ma proprio a tutti, perché questo Natale sia un momento di serenità e di pace.

presepe

Preparativi.

Giornata di preparativi per il pranzo di Natale, mi piace cucinare, ma di solito ho poco tempo per farlo, invece durante le vacanze il tempo c’è e c’è anche la necessaria tranquillità.

Procedo con ordine: prima compilo il menù, che comprende i piatti preferiti da ciascuno di noi, poi vado a fare la spese, mi piace uscire col freddo pungente, vado per negozi con calma tanto qui c’è poca gente, la massa dei turisti natalizi non è ancora arrivata tra le mie montagne, il paese si riempirà solo a Santo Stefano, quindi posso permettermi il lusso di fare persino quattro chiacchiere con i negozianti mentre acquisto in assoluto relax.

La tavola natalizia ha dei profumi particolari che sono quelli della mia infanzia, come l’aroma delle arance succose appena sbucciata che, quando ero bambina, comparivano solo per Natale, avvolte in carta dorata.

Poi non può mancare la frutta secca, anche quella compariva misteriosamente solo a Natale, con i gherigli di noci racchiusi nei fichi secchi o nei datteri avvolti in un velo sottile di cioccolato fondente.

Ma l’ingrediente assolutamente immancabile è la mostarda di Cremona che accompagna il piatto del bollito, fin da quando ero bambina mi sembrava un cibo misterioso, con i suoi colori vagamente innaturali, il gusto dolcissimo, ma anche piccante, lo sciroppo che gronda lento sul piatto.

In fondo non importa che la tavola sia particolarmente ricca o raffinata, quello che conta veramente è che i sapori sappiano riportare alla memoria i ricordi e le sensazioni di tanti giorni di Natale del passato, con la loro quieta gioia fatta di affetti familiari, di persone che amiamo e che ci sono vicine e di altre che abbiamo amato e che, solo fisicamente, non ci sono più.

mostarda;

E’ arrivato il vino!

Giusto in tempo, a poche ore dalla partenza per le mie montagne, è arrivato il vino: sei fantastiche bottiglie di Chianti imballate con la stessa cura con cui si potrebbero spedire dei cristalli di Boemia.

Con la stessa attenzione e la stessa cura le ho trasportate in montagna e ora sono lì che attendono di allietare il mio cenone natalizio, anch’io attendo, ma non sono proprio sicura di riuscire a non cedere alla tentazione di assaggiarne un po’ anche prima di Natale.

Comunque colgo l’occasione per ringraziare di nuovo Devil e il Conte, che hanno organizzato il Contest, tutti gli amici che mi hanno votato e il munifico sponsor: l’Azienda Agricola Montefioralle.

vino

Quasi una preghiera.

Messaggio di Tenerezza

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.

Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi punti
c’era solo un’orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.

Ho domandato, allora:
“Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
più difficili?”.

Ed il Signore rispose:
“Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo:

i giorni in cui tu hai visto solo un’orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”.

~ Margaret Fishback Powers ~

 

Tante volte nella vita mi è capitato proprio questo: ho scoperto di avere vicino Qualcuno proprio quando mi pareva di essere più sola.