Come ho avuto modo di scrivere commentando Catepol per me il ciclo mestruale non è più un problema, se l’anagrafe non è un’opinione, ad un certo punto della vita, chi prima, chi poi, tutte noi ( sì proprio noi: l’altra metà del cielo) ci imbattiamo nel fenomeno benedetto/maledetto che chiamiamo menopausa.
Anche prima di questi anni, tuttavia, le mestruazioni non sono mai state un problema: ho sempre fatto sport, ho sempre fatto trekking, ho sempre viaggiato con o senza, anche perché non ho mai sofferto di particolari disturbi eccetto qualche ora di emicrania e un po’ di tachicardia.
Ho sempre considerato le mestruazioni un fatto assolutamente fisiologico, pertanto ne ho sempre parlato liberamente: a questo proposito ricordo che, qualche anno fa, alla vigilia di una gita scolastica a Parigi, mi ero ritrovata a discutere con le ragazze della mia classe su date, cicli e disturbi connessi in modo molto naturale e leggero.
Tuttavia in passato mi è capitato abbastanza spesso di dover soccorrere e tranquillizzare qualche ragazzina che, non essendo stata adeguatamente preparata dai genitori, aveva avuto le prime mestruazioni a scuola e le aveva affrontate con paura e vergogna perché, è inutile dirlo, soprattutto in alcune famiglie di certe “cose” non si parlava e le ragazze erano venute a conoscenza del fenomeno attraverso i racconti, misteriosi e vagamente imbarazzanti, delle compagne più grandi.
Questo ci ha spinto, come docenti, ad affrontare il discorso in classe, con maschi e femmine, perché è giusto che anche i ragazzi siano a conoscenza dei cambiamenti che caratterizzano maschi e femmine nella difficile età della preadolescenza.
Certo sarebbe tutto più semplice e naturale se alcuni genitori fossero un po’ meno reticenti.
via senza aggettivi