Siete mai stati in montagna durante una notte d’estate?
Qualche anno fa passavamo spesso la notte in un rifugio molto ospitale: il rifugio Grassi, al passo del Camisolo, ai Piedi del Pizzo dei Tre Signori (siamo sempre nella mia Valsassina).
Salivamo con calma in giornata e poi ci trattenevamo per la notte, il custode a quei tempi era il mitico Mauro Buzzoni che aveva reso il rifugio un ambiente estremamente accogliente.
Nel pomeriggio gli escursionisti scendevano a valle e restavamo solo noi (con un’altra coppia dotata di quattro figlioli) e la famiglia del gestore.
I ragazzi scendevano agli alpeggi vicini ad osservare le operazioni di mungitura, mentre noi adulti ce ne stavamo fuori dal rifugio a leggere un libro, a giocare a carte, a farci accarezzare dall’ultimo sole in attesa di scoprire in cielo la prima stella, mentre dalla montagna scendeva un silenzio quasi innaturale portato da una brezza fresca e profumata.
Dopo mangiato (sempre molto abbondantemente) e prima di ritirarci nelle spartane brandine uscivamo a fare quattro passi per goderci l’incanto della notte silenziosa, rotta solo da qualche lontano campanaccio e da qualche latrato che arrivava attutito fino a noi, e ci dedicavamo a contemplare il cielo stellato.
Se era una notte senza luna il firmamento appariva gonfio di stelle, attraversato dalla Via Lattea, luminosissimo e incantato e il cielo profondo ci offriva uno spettacolo che non è neppure pensabile nelle nostre città, ferite dall’inquinamento luminoso quasi più che da quello atmosferico.
Ci fermavamo soltanto una notte, ma la discesa a valle, il giorno seguente, aveva il sapore di un paradiso perduto.