Archivi giornalieri: 27 Marzo 2007

L’arma del delitto.

Quando viene commesso un omicidio una delle prime circostanze oggetto di indagine è l’arma del delitto.

Se si tratta di un’arma da fuoco si può stabilire il calibro e si può risalire alla marca e al modello con relativa semplicità (sono un’attenta seguace di Carlo Lucarelli), se si tratta di un’arma da taglio le cose si complicano un po’ di più, ma nel caso di un oggetto contundente, usato come una clava, è un bel problema.

Non a caso il cosiddetto “Delitto di Cogne” (chissà gli abitanti di Cogne come giubilano) resta tuttora un mistero, l’arma è un oggetto contundente: nelle ultime udienze del processo la difesa sostiene uno scarpone (quindi verrebbe dall’esterno, presumibilmente), l’accusa un mestolo (quindi più casalingo).

Comunque sia non credo che si riuscirà a fare piena luce su questo delitto, a meno che non sopraggiunga una confessione inaspettata e, almeno per ora, improbabile.

Se io dovessi compiere un omicidio saprei cosa usare, in realtà l’idea non è mia ma di Roald Dahl (sì lo “scrittore per bambini” autore della “Fabbrica del cioccolato).

In un suo racconto l’autore immagina un delitto consumato tra le mura domestiche: la moglie ammazza il marito, senza tanti complimenti, colpendolo violentemente con un cosciotto congelato che poi cucina e serve, tutta premurosa, agli affamati poliziotti estenuati per l’inutile ricerca dell’arma del delitto.

Mi sembra un’idea semplice e geniale, utilizzabile a patto di possedere un congelatore delle giuste dimensioni e un po’ di sangue…freddo.

Una incredibile congiunzione astrale.

Non so cosa sia capitato dalle parti dei Gemelli (non leggo mai l’oroscopo, non m’intendo di ascendenti, temi natali e compagnia bella, so giusto qual è il mio segno zodiacale), non so quali pianeti abbiano deciso di influenzare la mia giornata, ma deve essere successo qualcosa di “astrale”, perchè una serie positiva di avvenimenti come è capitata oggi non mi era mai successa.

Avendo la mattinata fortunosamente libera (anche questo è un fatto raro, legato a strani computi di recuperi nel mio orario di servizio) ho deciso di sbrigare una serie di faccende arretrate, che non potevo più permettermi di rimandare: ho fatto due calcoli e ho stabilito che se ne sarebbe andata praticamente tutta la mattina.

E invece:

  • Allo sportello, dove sono andata a prenotare alcuni esami clinici, invece della proverbiale coda di trenta persone ce n’erano solo quattro (diconsi quattro): tempo di attesa dodici minuti!
  • Ho telefonato al centro prenotazioni di un altro ospedale dove ho trovato subito (al primo colpo, senza ascoltare per venti volte la musichetta d’attesa) una persona disponibile ed efficiente che ha sbrigato la mia pratica in due minuti.
  • Al supermercato non c’era nessuno!
  • Ho ritrovato “immediatamente”, nel sovrumano casino dei miei documenti, le carte necessarie per la denuncia dei redditi.

E così, praticamente in meno di un’ora, avevo già esaurito tutte le incombenze che mi ero assegnata per la mattina e, incredibile, ma vero, mi sono ritrovata padrona del mio tempo.

Mi capita così raramente di avere un po’ di tempo per me che questo inatteso regalo del destino mi ha rallegrata e stupita.

Allora ho rallentato il passo (mentre di solito procedo tipo fanfara dei bersaglieri), ho alzato lo sguardo, ho “visto” il ciliegio fiorito all’angolo della strada, ho sbirciato le vetrine, mi sono seduta al bar e ho sorseggiato il caffè sfogliando oziosamente il giornale: sono piccole cose, lo so, ma di lunedì mattina sono così rare da diventare preziose.

Che bello non essere schiavi del tempo!

Meridiana valsesia