Dietro ad ogni grande uomo…c’è una grande donna.

Adoro i gialli, soprattutto quelli della Christie e di Simenon, i racconti dove, oltre al lavoro deduttivo del detective si può respirare un’atmosfera, gli ambienti sono tracciati con mano sicura e i personaggi non sono incidentali comparse di contorno, ma vengono rappresentati con un profilo psicologico credibile.

Hercule Poirot, il detective creato dalla Christie, è gloriosamente single, anche se fuggevolmente si parla di un innamoramento per una vera o presunta contessa russa, ha come spalla il fido Hastings (se possibile ancora più tonto di Watson), ma si affida alla solerzia della segretaria, la signorina Lemon, più “precisina” del suo capo, che da tempo immemorabile sta mettendo a punto un “nuovo” sistema di catalogazione dei casi.

Invece Maigret, il commissario di Simenon, ha moglie: una moglie discreta, silenziosa vestale della casa dove il commissario si rifugia nei momenti critici di un’indagine, rientrando ad orari improbabili, paziente e servizievole anche quando il marito balza dal letto allo squillo del telefono, nel cuore della notte o si aggira per le stanze immusonito quando non riesce a venire a capo di un caso.

Lei è sempre lì (per me ha il volto televisivo di Andreina Pagnani), pronta a cucinare a qualsiasi ora, in fiduciosa attesa del ritorno del guerriero, se esce di casa lo fa solo per fare la spesa e andare dal medico, ogni tanto il commissario l’accompagna al cinema (dove si annoia mortalmente e pensa ad altro), solo raramente la chiama Louise (altrimenti è per tutti la signora Maigret).

Se va a Vichy a passare le acque il marito ne approfitta per indagare su un omicidio, se va in vacanza rischia la peritonite e il marito intanto indaga su una morte sospetta in corsia, quando, arrivata la pensione, la famigliola si rintana in una sperduta casetta di campagna (senza telefono e luce elettrica) il commissario riesce a trovare il modo di piantarla in mezzo ai lavori dell’orto e correre dietro a qualche assassino.

Lei sorride indulgente di quel marito geniale che, senza i suoi manicaretti, senza le camicie stirate e profumate di fresco, senza le pipe ordinate e pulite sulla mensola non riuscirebbe a muovere un passo, e resta in disparte ad aspettare che l’indagine finisca.

L’altra moglie che mi incuriosisce tantissimo è la signora Colombo (logicamente la consorte dell’omonimo tenente televisivo): in questo caso è addirittura invisibile, senza nome ed età, forse persino inesistente (ogni tanto mi chiedo se non sia una proiezione della mente malata del detective).

Me la immagino ancora più paziente della signora Maigret, indaffarata a sistemare i vestiti stazzonati del marito, rassegnata a non vederlo mai indossare l’impermeabile nuovo, occupata a raccattare cenere di sigaro in ogni ambiente della casa.

Senza queste grandi donne quanti omicidi sarebbero restati insoluti!

6 pensieri su “Dietro ad ogni grande uomo…c’è una grande donna.

  1. Laura (Filosoffessa)

    Quello che mi ha sempre intenerito tantissimo è che il commissario Maigret senza la signora Maigret sarebbe perduto. Intendo psicologicamente. La sua è una vera e propria dipendenza. La moglie per lui rappresenta un nido, un rifugio, una certezza, la famiglia ormai scomparsa, colei che lo ha capito ed amato nonostante la sua timidezza e goffaggine. Perché proprio le doti che lo rendono un grande investigatore, così “caldo” nei confronti di vittime e colpevoli, in realtà lo rendono anche un uomo con grandi difficoltà di relazione. O, almeno, io lo leggo così. Tu che ne dici?

  2. Laura

    che mondo sarebbe senza noi donne, eh? 🙂
    però il mio mito, in fatto di omicidi, resta la mitica signora Fletcher, alias La signora in giallo. Un vero MITO!! La adoro!

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